Disperazione ed esasperazione. Locali, ristoranti, bar ed enoteche chiusi da mesi in Abruzzo. Ma le bollette continuano ad arrivare inesorabili. Così un giovane imprenditore ha deciso di bruciarle in pubblica piazza per dichiarare il suo dissenso. Queste le sue parole:
“Mi chiamo Manuel, ho 28 anni e un’enoteca. E per questo faccio parte della categoria non essenziale dell’Italia, quella categoria che nei mesi si è sentita dare dell’untore, quella categoria additata come evasore fiscale, che ha dovuto chiudere per mesi senza alcuna base scientifica, faccio parte di quella categoria che si è reinventata decine di volte per sopperire alla totale assenza di aiuti della macchina amministrativa, e che anzi ha continuato con gli aumenti impropri delle aliquote sulle bollette, che non ha bloccato alcuna spesa, che non è pervenuta alle richieste di aiuto. Faccio parte del settore più colpito dalle segnalazioni della nuova frontiera dei vigili da balcone. Hanno instaurato il coprifuoco quando quelli che sparano sono loro e non l’invasione nazista, hanno acceso nei cuori della gente la più terribile delle pandemie: il classismo sociale, dove uno conta più di un altro, mentre l’unica strada per uscire vincitori è combattere insieme contro l’incapacità e l’inefficienza della macchina pubblica, che vaga senza meta nei salotti televisivi del bel paese. Siamo noi: il popolo, il bel paese, siamo noi: il popolo gli indispensabili. Spero che i miei colleghi diano un segnale di vita e coesione poiché siamo tutti sulla stessa barca”…