Nuovi sviluppi nel delitto di Montecassiano. La 78enne Rosina Carsetti sarebbe morta “conseguente ad una asfissia acuta da compressione delle vie aeree del collo e del mantice toracico, compatibile con un’azione di strozzamento” e “con buona approssimazione il decesso si sarebbe verificato in un periodo di tempo compreso tra 4,30 e 6,30 ore prima della rilevazione dei fenomeni tanatocronologici eseguita dal medico legale alle 23:05 del 24 dicembre”. Lo precisa il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio in una nota, rendendo noti “compatibilmente con il rispetto del segreto investigativo” alcuni elementi della prima relazione del medico legale Roberto Scendoni, confermando per altro alcune notizie già emerse. Il procuratore, che sta coordinando insieme al sostituto Vincenzo Carusi, spiega inoltre che la frattura di alcune costole dell’anziana sarebbe stata causata dalla pressione sulla gabbia toracica durante lo strozzamento. Sono state poi riscontrate “modeste lesioni in altre parti del corpo”, ma la donna “non è stata pestata a sangue”. Indagati per la morte di Rosina, che il 19 dicembre si era rivolta ad un centro antiviolenza di Macerata, il marito Enrico Orazi, la figlia Arianna e il figlio di lei Enea Simonetti: omicidio volontario, simulazione di reato, favoreggiamento le ipotesi di reato epr i tre che sostengono che la sera del 24 dicembre c’era stata una rapina in casa. Un racconto non del tutto compatibile con le indagini sinora svolte. Una ventina i testimoni ascoltati: il procuratore esprime “sincero apprezzamento per la leale collaborazione prestata a testimonianza del diffuso senso civico che caratterizza la popolazione del Maceratese”.