La Guinza a senso unico verso l’Umbria; la soppressione del Frecciarossa per Milano; l’assurdo spostamento dell’orario di partenza del Freccia Bianca del mattino verso Roma; la provincia di Pesaro e Urbino è sempre più isolata. Sembra un piano studiato a tavolino per penalizzare ulteriormente un territorio che, rispetto al resto della Regione, non ha mai goduto di investimenti nelle infrastrutture e che, anzi, ha sempre pagato più di altri la sua posizione di confine. Troppo a nord delle Marche ma a sud della Romagna sulla fascia litoranea; al confine con Umbria e Toscana nella fascia più interna: un territorio che anziché essere considerato strategico è diventato la Cenerentola delle Marche in fatto di collegamenti. La CNA di Pesaro e Urbino denuncia le ultime decisioni di Trenitalia sui collegamenti sulle grandi direttrici e l’orientamento manifestato dai tecnici di Anas sulla direzione di marcia per il traforo a senso unico della Guinza come fatti gravissimi. Per Moreno Bordoni “si tratta di decisioni incomprensibili anche da un punto di vista commerciale”. “Sfugge – dice il segretario della CNA di Pesaro e Urbino – la logica adottata da Trenitalia di sopprimere il Freccia Rossa per Bologna-Milano, una linea strategica per Pesaro e le Marche che ha sempre totalizzato numeri importanti di passeggeri, soprattutto alle stazioni di Ancona e Pesaro. Così come appare incomprensibile e privo di logica lo spostamento di orario del Freccia Bianca del mattino per Roma dalle 6.55 alle 7.15; venti minuti che significano un arrivo nella Capitale alle 11 del mattino anziché alle 10.40. Un ritardo – avevamo denunciato per primi lo scorso anno – che a quell’ora del mattino, nel traffico di Roma, significa arrivare in ritardo per qualsiasi appuntamento o riunione di lavoro e di affari. Tutto questo mentre Italo Ntv ha già da tempo soppresso i suoi treni da e per le Marche mentre si continua a ipotizzare un potenziamento della dorsale adriatica e di un probabile arretramento della tratta nella nostra provincia”. Moreno Bordoni sul tema delle infrastrutture ferroviarie aggiunge anche lo stato nel quale versano le stazioni di Pesaro e Fano. “Da tempo Rfi e Trenitalia non investono neanche qualche migliaia di euro per il loro adeguamento e decoro. Eppure i volumi di passeggeri che hanno sempre espresso questi due scali non sono di poco conto. Desolazioni, aria di incuria e abbandono, rendono queste due stazioni anche insicure dal punto di vista della sicurezza dei cittadini e dei passeggeri”. Sul tema delle infrastrutture, incalza Bordoni: “Non bastasse questa incomprensibile politica commerciale adottata da Trenitalia, si aggiunga ora l’altra “chicca” che arriva dagli uffici tecnici dell’Anas che avrebbero indicato il senso unico per il traffico nel traforo della Guinza sulla direttrice da Fano verso la provincia di Perugia e non a senso unico alternato come annunciato. Una decisione che appare incomprensibile e assurda e che equivale a non fare nulla. Chi si servirebbe di un’arteria aperta verso una sola direzione? Quale brillante mente negli uffici di Anas avrebbe concepito questo orientamento? E ci sarebbe poi bisogno anche di un Commissario per seguire la realizzazione di questa scelta scellerata che ancora una volta favorirà il sud delle Marche e l’Umbria e non certo la nostra provincia? La vicenda del senso del traforo della Guinza – conclude Barilari – ci ricorda molto da vicino quella del nuovo casellino monodirezionale di Pesaro sull’A/14”.
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