Traffici illeciti di oltre 640.000 tonnellate di rifiuti speciali, furto, corruzione, reati fiscali, abusi d’ufficio e falsi documentali. Questi i reati contestati a 21 persone e 5 aziende, indagate dai carabinieri forestali di gruppi di Ancona, Macerata e Rimini nell’ambito dell’operazione “Fango e Cash”. Nei giorni scorsi sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari nell’ambito di un’indagine iniziata nel 2018 diretta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Ancona, che aveva portato ed eseguire, nel marzo 2020, misure cautelari personali a carico di 5 soggetti e sequestri per un valore complessivo quasi cinque milioni di euro. Le cinque persone era accusate di traffico illecito di rifiuti speciali e due di esse anche di corruzione di pubblici ufficiali e bancarotta fraudolenta. Tali rifiuti, provenienti da oltre 50 cantieri nelle provincie di Ancona e Macerata, erano stati occultati in tre cave nei Comuni di Fabriano, Arcevia e Jesi, in un terreno agricolo di Chiaravalle, ma anche in un cantiere edile di Camerata Picena. Furono sequestrati anche 76 camion e 7 mezzi d’opera a carico di due società con sede a Castebellino e Ancona, utilizzati per trasportare illegalmente i rifiuti. Dalle indagini concluse emerge un ampio disegno criminoso, messo in campo da due amministratori di una società anconetana di gestione e lavorazione dei rifiuti da demolizione e terrosi, con il concorso di altri 20 indagati, che avevano sviluppato traffici illeciti di rifiuti speciali omettendo di provvedere alle spese di recupero e conferimento nei siti autorizzati. Abbattendo tali spese, gli indagati riuscivano ad acquisire appalti in cantieri della provincia di Ancona, evitando la concorrenza delle altre aziende locali. I rifiuti terrosi, giustificati come terreno vegetale da riutilizzare per la rinaturalizzazione, venivano anche occultati in cave sospese o pignorate. Il prelievo illegale era reso possibile anche dai mancati controlli da parte delle autorità e sono stati segnalati all’autorità giudiziaria anche un funzionario e un dirigente del Comune di Fabriano, oltre ad un funzionario della Provincia di Ancona, tutti indagati a diverso titolo per il reato di abuso d’ufficio.