Era il 2 marzo 2011 intorno alle 4.30, quando l’Ete Morto è rovinosamente esondato all’altezza del ponte di via Cavour. Strade, abitazioni e campi completamente allagati. Un giorno tristemente indelebile nella memoria di tutti gli elpidiensi, ricorda il sindaco di Sant’Elpidio a Mare Alessio Terrenzi.
Il ricordo va soprattutto alle due vittime, la 20enne Valentina Alleri e Giuseppe Santacroce, 51 anni alla guida della sua Bmw con a bordo anche la compagna, la civitanovese Salvina Granata, unica superstite dei tre.
Infiniti ed ingenti danni che hanno messo a dura prova l’intera comunità di Casette d’Ete.
Una tragedia che è diventata storia e monito a prendersi cura dell’ambiente.
I termini monitoraggio e prevenzione fanno ormai parte a pieno titolo dell’agenda di governo della città.
“I fenomeni meteorologici non sono prevedibili – dice il sindaco Alessio Terrenzi -, ma quanto vissuto ci ha insegnato che solo l’attenzione e l’investimento in opere di prevenzione ci consentono di ben gestire l’emergenza; dieci anni infatti non sono trascorsi invano”.
Molto c’è ancora da fare, ma nell’ultimo periodo sono stati raggiunti diversi importanti obiettivi. Si è riusciti a sottoscrivere una convenzione con il Consorzio di bonifica per progettare e eseguire interventi sugli scoli d’acqua; attraverso il Genio civile e i privati sono stati realizzati lavori sul versante Santa Croce; a fine novembre 2020 è stato elaborato e approvato il regolamento, condiviso con la Provincia di Fermo, il Consorzio di Bonifica, i privati e le associazioni di categoria, per la conduzione dei terreni agricoli in zone extra urbane; è continuamente attenzionato lo stato di erosione sotterranea conseguente all’esondazione; si sta elaborando un piano strategico per captare risorse dal Recovery Fund allo scopo di risolvere definitivamente il rischio idrogeologico dell’intera asta fluviale; la Provincia di Fermo è intervenuta a più riprese sulla rete fognaria; negli ultimi mesi il comune ha impegnato oltre 60.000€ per azioni preventive e ha incaricato un geologo con il compito di individuare le varie criticità che insistono sull’Ete morto in modo da programmare opere essenziali al controllo del territorio.
Infine, ed è il compito più alto che sostanzia l’azione politica, l’amministrazione comunale non ha mai smesso di sollecitare e sensibilizzare costantemente gli enti sovraordinati sull’Ete morto.
“Il comune non ha il potere né le risorse per poter agire in toto, ma ha l’opportunità ed il dovere di coinvolgere partners di livello superiore per raggiungere il risultato auspicato dalla collettività di eliminare qualsiasi rischio per l’ambiente e per la vita delle persone” afferma l’assessore ai lavori pubblici Norberto Clementi: “Io c’ero 10 anni fa come assessore alla protezione civile; c’ero 8 anni fa come sindaco nel richiedere un’azione decisa risarcitoria nei confronti dei tanti cittadini colpiti dall’alluvione; ci sono anche ora per ricordare alla regione Marche e all’Italia che la risoluzione del dissesto idrogeologico è vitale ed è la fase zero per uno sviluppo pieno di tutto il territorio nazionale – conclude il sindaco Alessio Terrenzi -. L’anniversario del decennale non è solo occasione di memoria, ma è una memoria che si fa impegno attivo”.