La Guardia di Finanza di Pesaro-Urbino, dopo il sequestro di circa 500 litri di gasolio da autotrazione effettuato nell’aprile dell’anno scorso, ha continuato l’intensificazione delle attività di controllo economico del territorio volte al contrasto dei traffici illeciti, sottoponendo a sequestro un ulteriore quantitativo di circa 150 litri di gasolio, nell’ambito di un controllo effettuato nel Comune Mondolfo, località Marotta, lungo la strada Cesanense. Le Fiamme Gialle della Compagnia di Fano, durante il quotidiano controllo economico del territorio, accompagnato alla vigilanza sul rispetto delle misure per il contenimento epidemiologico, hanno sottoposto ad accertamento un’autocisterna carica di gasolio in relazione al peculiare servizio che la Guardia di Finanza svolge a tutela delle vigenti disposizioni in materia di circolazione dei prodotti sottoposti ad accisa. Il mezzo, condotto dal dipendente di una ditta anconetana operante nel settore petrolifero, è risultato però contenere un quantitativo di carburante eccedente rispetto a quanto dichiarato. In particolare, all’atto del controllo, l’autista esibiva, come normale, i documenti di accompagnamento semplificato previsti dalla legge per il trasporto di prodotti soggetti ad accisa, che ne avrebbero provato la legittima provenienza. Ma le successive operazioni di pesatura della cisterna, eseguita presso una pesa pubblica sita in territorio pesarese, e di quantificazione, avvenuta presso la sede della società anconetana in contraddittorio con la parte, rivelava che il prodotto petrolifero, costituito da gasolio per riscaldamento, era, in realtà, in quantità superiori a quanto risultante sotto il profilo documentale. Il mezzo trasportava infatti circa 150 litri di prodotto in più, che, come da dettato del testo unico sulle accise, è stato considerato di illecita provenienza ed è stato sottoposto a sequestro probatorio per il reato di contrabbando. Sono in corso ulteriori indagini al fine di capire se si è trattato di un caso isolato e quale fosse la provenienza del prodotto. L’autotrasportatore e il titolare dell’impresa petrolifera sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Pesaro e rischiano la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa di importo fino a dieci volte il valore dell’imposta evasa, se non dimostrano la legittima provenienza del prodotto energetico trasportato in eccedenza.