“Ci sono code perché la gente rifiuta il vaccino AstraZeneca e i medici per convincerli ci mettono in media 10 minuti ogni volta. Così non è possibile, non si può negoziare sul vaccino”. Lo ha detto il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, nel primo giorno di apertura del nuovo punto vaccinale nelle scuole “Don Dino Mancini” nel capoluogo. Apertura accompagnata da qualche disservizio e soprattutto da code e assembramenti dei cittadini, prevalentemente anziani, in attesa dell’inoculazione. Calcinaro ha raccolto qualche lamentela, tra chi ha atteso oltre due ore “al freddo” e persone in carrozzina rimaste anche loro in fila all’esterno, “ci sono le rampe di accesso, ma servirebbero percorsi dedicati”. Per il sindaco l’intasamento è dovuto ai tempi necessari a convincere i dubbiosi a usare il vaccino anglo-svedese finito al centro delle cronache. “Ma – ha sottolineato durante un incontro con la stampa – il vaccino è la nostra arma contro il Covid. Ogni vaccino, lo dicono i numeri. Non ci fermiamo su qualche titolo di giornale, ci sono milioni di dosi somministrate senza problemi. E’ l’unico modo per tornare alla normalità, altrimenti dovremo andare avanti con le zone colorate e le chiusure”. “Il vaccino non si sceglie – ha ammonito il direttore generale dell’Ara vasta 4 Licio Livini -, decide il medico in base all’anamnesi”. Intanto oggi lo stesso Livini ha raccolto una serie di elementi che porteranno ad alcune migliorie: “un percorso coperto, un gazebo più grande e modifiche al sistema dell’accettazione”. Anche i cittadini debbono fare la loro parte: “inutile arrivare con due ore di anticipo”. L’hub di Fermo ubicato in una scuola non riaperta perché gli spazi non sono adatti al rispetto delle misure anti covid e in attesa di lavori di adeguamento sismico, è il più grande della provincia: “oggi sono in programma oltre 400 somministrazioni, ma a regime arriveremo a 70 al giorno”. Oggi erano attive tre postazioni per l’anamnesi, due amministrative e due ambulatori con dieci poltrone vaccinali complessive. Quello di Fermo è un punto vaccinale “misto” ha spiegato Livini, dove lavorano anche equipe di medici di famiglia che portano i loro pazienti in fasce orarie dedicate. Tra gli altri punti vaccinali attivi in provincia, quello di Porto Sant’Elpidio, quello di Montegranaro, e in futuro un altro a Falerone, mentre sta per chiudere quello di Petritoli, riservato al personale scolastico e alle forze di polizia . A Sant’Elpidio a Mare l’equipe di medici di famiglia si è organizzata in autonomia.