Domenico Serafino è ancora convinto di poter salvare la Samb. Giura di avere nel cassetto un contratto con un main sponsor da 350mila euro. Di essere pronto a vendere Botta, Lescano e Angiulli, tre pezzi pregiati della squadra rossoblù (ma i primi due avrebbero già chiesto lo svincolo dopo la messa in mora scaduta lo scorso 12 aprile). Di avere dilazionato il debito con alcune delle ditte fornitrici. Al limite di poter accedere al fondo Covid. Questo il succo delle parole pronunciate da presidente della Samb nell’udienza di comparizione che si è tenuta stamattina, da remoto, con il giudice fallimentare del Tribunale di Ascoli Piceno, Francesca Calagna, i commissari giudiziali Franco Zazzetta e Massimiliano Pulcini, gli otto legali delle ditte creditrici e l’avvocato di Serafino, il teatino Luigi Acconcia, che però ha abbandonata la seduta dopo pochi istanti, annunciando di avere rimesso il proprio mandato.
Serafino si è difeso da solo. L’udienza è durata una mezzoretta. La Calagna si è riservata di riferire il tutto in Camera di Consiglio, composta dagli altri due magistrati Luigi Cirillo e Francesca Sirianni. La Samb tra oggi e domani potrebbe essere dichiarata fallita.