Il rombo delle moto all’uscita del feretro. I fiori blu a coprire quella bara che lascia la chiesa e si avvia verso il cimitero. Sullo sfondo le note di Colapesce e Dimartino con la loro “Musica leggerissima”. Un brano che piaceva a Giovanni Maria Cervellini, il 38enne di Martinsicuro morto venerdì sera nel terribile schianto di via Roma. Un ragazzo che amava trascorrere il tempo con gli amici e che, quella sera, era stato proprio con il suo gruppo di amici in un bar della zona. Quindi erano ripartiti per andare a vedere la partita dell’Italia. All’altezza della caserma dei carabinieri, lungo via Roma, il terribile impatto con un altro scooter, guidato dal tunisino Cherri Rabya di 27 anni. Nel violento schianto proprio lo scooter è andato in fiamme, generando una coltre di fumo grigio. A terra, sotto quella nuvola di dolore, due corpi esanimi. Ieri l’ultimo viaggio di Giovanni: la sua salma è arrivata alle 16 alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, a Martinsicuro, dove Don Anselmo Fulgenzi ha celebrato le esequie. In tanti, nonostante le prescrizioni anti Covid, hanno preso parte alla funzione. «In tanti avete accompagnato Giovanni in questo tratto di strada – ha detto il parroco-. Adesso parte per lui un viaggio verso le braccia di Dio. Solo il cuore di una mamma e di un padre sanno custodire il dolore di una dipartita».Cervellini lascia il padre Abramo, la madre Teresa e un fratello. Per l’altra vittima, il tunisino Rabya, non è prevista una funziona religiosa in Italia. La salma sarà, infatti, rimpatriata. Il 27enne era molto conosciuto in città perché aveva giocato anche nella locale squadra di calcio.