Torna nell’area SAE “Borgo1″ ad Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) un’epigrafe in ricordo della sosta di Giuseppe Garibaldi con il suo seguito – nella notte fra il 26 e il 27 gennaio 1849 mentre si recava a portare soccorso alla Repubblica Romana -, già affissa nel 1882, anno della morte dell'”Eroe dei Due Mondi”. Era scomparsa a seguito del terremoto. L’iniziativa, avviata lo scorso anno e motivata anche dall’esigenza di monitorare e spronare le operazioni per il ritorno degli abitanti nel paese oggi evacuato, è stata ispirata dall’Accademia di Oplologia e Militaria di Ancona, presieduta da Massimo Ossidi, composta da soci e collaboratori dell’Anconetano, di Senigallia, Fano e Jesi, sostenuta dalla sezione marchigiana “Garibalda Canzio” dell’Associazione nazionale veterani e reduci garibaldini (Anvrg) con sede a Castelbellino, di concerto con la locale Associazione di promozione sociale “Arquata Potest”. Allo scopo di fondare e giustificare la ricostruzione nelle radici storiche dello strategico centro appenninico di confine fra Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo – come nel Medioevo lo era fra Ducato di Spoleto e Marca Ascolana nonché in Età Moderna fra Stato Pontificio e Regno di Napoli – è stata inoltre varata dalla suddetta Accademia l’edizione dell’opera storiografica “La Rocca di Arquata del Tronto”, curata dall’esperto di architettura militare Maurizio Mauro con la collaborazione dello storico locale Gabriele Lalli, che ha presentato la pubblicazione sulla monumentale struttura bassomedievale.