Ad Ancona non si spegne ancora l’eco per la giovane lesbica malmenata da una baby gang proprio per il suo orientamento sessuale. Un cazzotto in faccia, sferrato con inaudita violenza, preceduto dagli immancabili insulti. Probabilmente avrebbe continuato a colpirla senza l’intervento di una passante che lo ha riportato alla ragione. Difficile se non impossibile capire le ragioni alla base di un simile gesto. A compierlo un 14enne di origini africane, italiano di seconda generazione come si è soliti dire. Probabilmente non ha nemmeno capito cosa stesse facendo nonché la gravità del suo gesto e delle sue parole. È partito come un pazzo quando ha visto le due giovani omosessuali, anche loro minorenni, passeggiare per corso Garibaldi mano nella mano. Capelli corti e colorati ed una borsa arcobaleno con scritto Lgbt, l’acronimo che unisce lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Dopo il pugno la sedicenne è caduta a terra ed è scoppiata a piangere, non riuscendo a capire il perché di tanta cattiveria. L’aggressione vera e propria si è consumata a qualche metro da Piazza Cavour.
Non ho intenzione di denunciarlo, ma voglio che mi chieda scusa», ha detto la ragazza, finita all’ospedale con un occhio nero e un trauma facciale. Il baby aggressore è stato subito individuato e fermato. Gli altri componenti del branco, una quindicina di giovani, non hanno partecipato all’aggressione ma avrebbero incitato il ragazzo. Un dettaglio che somma amarezza all’amarezza, l’intolleranza all’ignoranza.