C’è un passaggio della sentenza del Tar, che oggi ha accolto il ricorso dell’AS Samb di Roberto Renzi, sfuggito forse a molti. Ed è il seguente: “(…) la domanda cautelare formulata con i motivi aggiunti va accolta con riferimento alla sospensione dell’art. 52, comma 10, delle NOIF, nella parte in cui prevede che il Presidente Federale, d’intesa con il Presidente della LND, previo parere della Commissione all’uopo istituita, possa consentire alla città della società non ammessa di partecipare con una propria società ad un Campionato della LND, anche in soprannumero, senza tuttavia chiedere, in via preventiva, alla società titolare del titolo sportivo di manifestare il proprio interesse per tale opzione e, in caso positivo e previa verifica dei requisiti previsti dalla normativa citata, di essere ammessa al campionato di serie D (…)”.
Il passaggio smonta, di fatto, l’ultimo mese e mezzo quasi di vicissitudini rossoblù. Da fine luglio. Da quando, il sindaco uscente Pasqualino Piunti ha chiesto che attraverso un bando pubblico (uscito il 13 agosto) si potesse ottenere l’iscrizione in soprannumero in serie D, bando poi vinto dalla Samb 1923 di Manolo Bucci. Ebbene per il Tar la procedura, poi avallata dal presidente della Figc Gabriele Gravina, è stata “illegittima”. Roberto Renzi, in quanto proprietario del titolo sportivo, ancorché non iscritto in serie C, ma ancora affiliato in Federazione, andava ascoltato per primo. Aveva la precedenza. E invece non è stato fatto.
Immaginate se Bucci avesse ottenuto il via libera da Gravina: oggi il Tar gli avrebbe tolto la possibilità di partecipare al campionato di serie D.