Quasi 900mila euro entro lunedì 13 settembre. Tanto potrebbe servire a Roberto Renzi per usufruire dell’articolo 53 comma 10 delle Noif e vedere la sua AS Samb in serie D.
Dopo la vittoria del ricorso al Tar del Lazio, la Figc ha spedito una comunicazione al presidente rossoblù – e per conoscenza al sindaco uscente Pasqualino Piunti -, invitandolo a iscrivere la sua società in soprannumero in D. Per farlo l’immobiliarista nato ad Atri dovrà: 1) indicare come intende definire il debito con l’Inps, i 332mila euro che hanno determinato la mancata iscrizione dell’AS Samb in Lega Pro; 2) versare 350mila euro a fondo perduto; 3) versare la tassa d’iscrizione, pari a 50mila euro; 4) saldare 145mila euro circa, residuo degli stipendi da garantire alla squadra ereditata dal fallimento Serafino, è il famoso accordo fatto coi giocatori che a suo tempo si decurtarono parte degli ingaggi in vista dell’iscrizione in serie C, mai avvenuta (e qui però la scadenza è il 16 settembre, da termine prestabilito per gli emolumenti ai tesserati); 5) presentare un dettagliato piano finanziario per il prossimo triennio. Fanno 877mila euro. A meno che Renzi non presenti un piano di rientro concordato con l’Inps per i citati 332mila euro di contributo previdenziali da settembre 2020 a febbraio 2021. In quel caso, il totale scenderebbe a 545mila.
Di sicuro starà a una Commissione federale, appositamente istituita, e al presidente Gabriele Gravina, pronunciarsi sul progetto rossoblù.
Dalla capitale riferiscono che Renzi, sempre in silenzio, dopo la sentenza del Tar, starebbe valutando l’ipotesi di intentare una causa per risarcimento danni. Sarebbe il prologo di un braccio di ferro con la Federazione.