SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nazzareno Torquati, ex assessore del Comune di San Benedetto e imprenditore nel settore alimentare, ha scritto un appello ai candidati sindaco di San Benedetto (voto previsto il 3 e 4 ottobre prossimi) in merito all’eliminazione delle barriere architettoniche in città.
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Era il giugno 1989 quando il Decreto Ministeriale n° 236 dettava le regole per l’eliminazione delle barriere
architettoniche. Finalmente veniva sancito il diritto di vivere una vita sociale anche per le
persone con disabilità di ogni tipo. Si cominciava a pensare a costruire e a fare le cose pensando alla
persona nell’ arco della sua intera esistenza.
I progressi della medicina e della moderna scienza della riabilitazione psico-fisica hanno permesso a
milioni di persone colpite da malattie o traumi invalidanti di sottrarsi ad un destino di reclusione in
Istituti o nelle proprie case per essere partecipi ad una normale vita sociale fatta di incontri, viaggi e
spostamenti.
Ma da una recente statistica del Ministero del Welfare circa il 75% degli oltre tre milioni
di portatori di disabilità definibili stabilizzati, non ha nessun tipo di socializzazione e trascorre il suo
tempo in casa o in case di cura, il 15% ha una socializzazione parziale e solo il 10% partecipa
attivamente alla vita sociale e lavorativa.
Sempre la stessa ricerca individua nelle barriere architettoniche una delle cause di questo vero e
proprio apartheid.
IL CASO DI SAN BENEDETTO.
A venti anni dalla Legge :
– il 50% dei marciapiedi non sono dotati di scivoli ed almeno il 15% di quelli esistenti sono
disagevoli.
– il 90% dei negozi non sono accessibili.
– il 30% dei ristoranti non sono accessibili.
– il 60% delle nuove costruzioni non sono autonomamente accessibili.
– l’ 80% degli alberghi sono accessibili ma sono pochi quelli che hanno i criteri di servizi e confort
definiti dalla legge
– Solo da quest’anno gli stabilimenti balneari si sono posti il problema di accessibilità verso la
spiaggia.
– la legge sull’ impiego obbligatorio dei disabili è totalmente disattesa.
Insomma viene fuori un quadro desolante che mortifica non solo le varie Amministrazioni che si sono
succedute in questi 30 anni ma anche i cittadini che non sono riusciti a creare le condizioni sociali e
culturali per una città libera da ogni barriera.
Ci sono solo timidi tentativi di inversione di tendenza. Sembrerebbe un problema risolto e un
argomento d’ altri tempi. Naturalmente non è così. Ma cosa dovrebbe fare una Amministrazione
pubblica per essere veramente sensibile verso la disabilità?
Proprio per aiutare i candidati alla carica di sindaco e le forze politiche e civiche che li sostengono ad
essere maggiormente attenti e a rispettare i programmi elettorali, si rivolge un appello affinché
concordemente si impegnino per una città solidale, si è formulato un decalogo per far diventare la
città veramente ospitale che verte su queste iniziative:
1. La Consulta Comunale deve essere maggiormente coinvolta nelle scelte operative e di
proposte attinente la Disabilità
2. Redazione del PEBA – Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche previo totale
monitoraggio dei marciapiedi della città con l’ individuazione di quelli senza scivoli o con
scivoli inadeguati e programmare una loro messa a norma e sicurezza con interventi
pluriennali prevedendo l’ investimento di almeno il 5% del bilancio comunale.
3. Redazione di un Piano per la mobilità cittadina di anziani e portatori di disabilità motoria,
sensoriale e cognitiva prevedendo la dotazione di mezzi di trasporto adeguati e la messa in
sicurezza delle strade.
4. Realizzare un piano cittadino dei parcheggi per disabili prevedendo un congruo numero di
posteggi nelle aree maggiormente frequentate.
5. Realizzare in accordo con le associazioni di categoria una campagna di sensibilizzazione per
l’ abbattimento delle barriere in tutti i pubblici esercizi, dai negozi ai ristoranti.
6. Nell’ ambito di un turismo accessibile sensibilizzare i titolari delle attività ricettive verso una
ospitalità per tutti mettendo a norma i loro esercizi sia nell’ accessibilità che nel soggiorno.
7. Realizzare una campagna di sensibilizzazione nei confronti degli studi tecnici di
progettazione e delle imprese edili per la realizzazione di nuovi edifici o di riconversione dei
vecchi totalmente a norma.
8. Effettuare una campagna di controllo a tappeto verso le nuove costruzioni con il fine di
verificarne l’ effettiva accessibilità.
9. Prevedere una formazione del personale comunale addetto alla verifica per l’ individuazione
di difformità nella realizzazione di costruzioni o attività commerciali o produttive ed
incaricati per offrire una consulenza per l’abbattimento delle barriere.
10. Promuovere l’applicazione della legge sull’impiego obbligatorio dei disabili presso le
imprese che hanno più di quindici addetti.
Queste sono proposte che attendono di essere accolte onde evitare per sempre la grave e penalmente
perseguibile discriminazione nei confronti delle persone con disabilità. In alternativa ad esse si chiede
ai candidati come vogliono risolvere i problemi e quali azioni intendono intraprendere.