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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Prima a Castelfidardo, per supportare la candidatura del sindaco in carica Roberto Ascani, e poi a San Benedetto per lanciare quella di Serafino Angelini (M5S e Cambia San Benedetto). Nel mezzo, un collegamento in diretta con Piazza Pulita su La7, direttamente dalle stanze dell’Hotel Calabresi.
Piazza Giorgini ha accolto l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e attuale guida del M5S facendo quasi il pieno: erano almeno in 1.500 nella “piazza della rotonda” per sentire le parole de “l’Avvocato del Popolo”, come lui stesso si definì nel 2018. Numeri che ricordano i fasti di quando al posto di Conte c’era Luigi Di Maio e San Benedetto rispose con grandissima partecipazione.
Un Conte a suo agio nei panni di attore politico e leader del M5S, come se i dissapori con Beppe Grillo di qualche mese fa non avessero lasciato il segno. Una platea, ad ascoltarlo, forse un po’ diversa rispetto a quella pre-governo, anche se non manca chi dal pubblico grida “ladri!” rivolgendosi alle esperienze degli altri partiti. Conte glissa, non è nel suo stile adoperare il Vaffa che pure è, o fu, un marchio di fabbrica originario del MoVimento.
Due i macro-temi affrontati, quello della eco-sostenibilità e dell’inclusione sociale, rivendicando per entrambi le scelte fatte dal proprio governo: “Grazie all’ecobonus il settore dell’edilizia, già prima della pandemia bloccato, ha ripreso a correre” ha detto, in un simpatico duetto con l’imprenditore “green” Giovanni Cimini, sostenitore M5S, il quale ha spiegato che al momento è difficile trovare le imprese libere per realizzare i lavori richiesti.
Mentre sulle scelte economiche prese all’inizio della pandemia Covid-19, nel marzo 2020, Conte ha affermato: “Abbiamo realizzato una, due, tre manovre in deficit senza aver paura delle ripercussioni dei mercati. Non potevamo applicare il rigore economico ad un paese che si stava fermando. Erano scelte che facevano tremare i polsi, ma abbiamo avuto ragione perché eravamo credibili e i mercati non ci hanno attaccato”.
Lo stesso ex presidente rivendica anche i “200 miliardi da spendere” relativi al cosiddetto Recovery Fund, qui con qualche enfasi di troppo, forse.
Un bagno di pubblico, di selfie iniziato nella passeggiata in Corso Moretti, di uomini della sicurezza messi a dura prova dalla ressa degli affezionati. E dopo oltre un’ora dalla fine del comizio, terminato il collegamento con La7, ancora duecento persone stazionavano in attesa alle porte dell’hotel Calabresi per l’ultimo selfie.
“Fatemelo toccare, porta fortuna!” dice una donna di mezz’età, una tra le tante che hanno pazientato per un ultimo contatto, in un assembramento a prova di “distanziamento sociale”. Davvero come si fosse di fronte ad una rockstar con tanto di groupie al seguito. “Anch’io ero così, ma avevo quattordici anni ed era per i Take That” ha commentato invece qualcun altro di fronte all’assalto finale. Altri tempi.