Conferenza stampa di Luca Faccioli, direttore generale Samb. Riportiamo le sue dichiarazioni in tempo reale.
“San Benedetto è una città riconosciuta nel calcio. Non avrei mai accettato una destinazione in Serie D se non ci fosse stata la tradizione ormai centenaria, con tanti trascorsi di calciatori importanti, a partire da Zenga a Borgonovo – afferma Faccioli.
“Abbiamo lavorato a fari spenti prima ancora che ci fosse l’ok da parte della Federazione per poter partecipare ad un campionato di calcio anche perché in alcuni momenti il calcio a San Benedetto poteva non essere contemplato. Dal 17 settembre nascono poi i contenuti che avete scritto in maniera anche corretta.
Ricordiamoci che il 17 settembre oltre al responsabile dello stadio e all’addetto stampa non c’era nessuno oltre la società appena insediata: né segretario, né direttore sportivo, c’era solo un allenatore riconfermato. Il calciomercato era chiuso, lo hanno riaperto per noi per i giovani per una settimana con le squadre professionistiche.
Fare il mercato con gli svincolati o con giocatori già bloccati non era facile. Con l’aggravante che dopo 5 giorni dai primi arrivi abbiamo dovuto giocare, è stata una cosa apocalittica, se riflettiamo che solitamente si gioca dopo 40 giorni. Avevamo 4 allenamenti nelle gambe, 8 tesserati il giorno prima, un tesserato quello stesso giorno.
Avevamo chiesto un rinvio alo 12 o 17 ottobre per consentire 15 giorni di allenamento alla squadra perché l’assiome “sport uguale salute” dovrebbe valere sempre.
I risultati non ci hanno dato ragione, non è una giustificazione ma quello che è stato fatto è umanamente impossibile.
Ho accettato San Benedetto perché è una città riconosciuta nel mondo del calcio sia per i trascorsi di alcuni giocatori sia perché la tifoseria ha dato negli anni una impronta riconosciuta nell’ambiente del calcio. Io faccio la Serie D per la prima volta, ma mi ha colpito il modo pragmatico di intendere il calcio della società e dopo una breve riflessione e un secondo incontro ho dato il mio assenso per questa avventura in questa città fantastica. Cercheremo di fare il meglio pur capendo le difficoltà iniziali: domani siamo alla quarta gara ufficiale con 10 allenamenti sulle gambe.
Purtroppo i punti a disposizione sono già ufficiali, la squadra non è ancora definita nella sua completezza, servono 3-4 elementi importanti mentre coi giovani ci siamo. Abbiamo tesserato Di Domenicantonio per avere un’arma in più.
Oggi confidiamo anche di tesserare un altro giocatore, probabilmente un 2000, Alessandro Peroni, un esterno destro, che sarebbe disponibile per domani. Ricordiamo inoltre che attendiamo Angiulli dopo il 23 ottobre. Si sta già allenando con la squadra un altro nome, siamo in attesa di tesseramento, un croato, Ivan Zgrablic, classe 1991, centrale difensivo. Andrebbe a completare il pacchetto difensivo con Cipolletta, Varga, De Santis. Ha giocato fino a domenica scorsa nella Serie B croata, domani non potrà giocare, stiamo aspettando le questioni burocratiche.
Purtroppo il tempo trascorso non possiamo recuperarlo, ma stiamo allestendo una squadra che abbia il massimo delle possibilità per competere ai vertici. La proprietà ci sta dando tutto per competere al massimo, il presidente non ci ha posto alcun freno, cerchiamo di far bene in tutti i modi per lui e per la città. Percepiamo il grande amore per questa squadra. Vediamo che il pubblico è passionale, la responsabilità nostra nei confronti della città c’è.
Stiamo lavorando per il settore giovanile, segreteria organizzativa, area sportiva, area marketing, area commerciale, stiamo accorciando i tempi sulle varie situazioni e io coordino tutti questi settori e ciascuna ha il suo responsabile.
Conoscevo già il direttore sportivo Sabbadini che ha già vinto questa categoria col Ravenna riuscendo anche ad arrivare ai play off. Mi sembrava giusto dargli fiducia in questo contesto, lo staff tecnico è giovane, la squadra è tutta da rifare da zero. Siamo in una fase di sviluppo. Lo abbiamo scelto tra alcune figure che avevamo verificato assieme al presidente.
Nel settore giovanile abbiamo chiamato una persona conosciuta è Claudio Forti, che è il referente per la dirigenza. Stiamo facendo una collaborazione con Orlando di Paolo del Martinsicuro, quando ci siamo iscritti non c’era più la possibilità di iscriversi Giovanissimi e Allievi ma solo Juniores che era obbligatoria.
Purtroppo con il fallimento è stato scippato l’intero settore giovanile che c’era prima, cercheremo di rifondarlo e ricostruirlo dal prossimo anno.
Stiamo rafforzando l’area marketing, come vedete sul campo mancano i led e alcune strutture, ci stiamo lavorando. Abbiamo la novità di Infront che è una multinazionale a livello sportivo che è concessionaria anche di molti campi di Serie A e per molti altri sport. In Serie D Infront non ha mai collaborato con nessuno e cercheremo di svilupparla nel migliore dei modi possibili.
Lo so che i tifosi vedono i 90 minuti, ma se si vuole costruire qualcosa serve pazienza e sapere cosa si vuole raggiungere, è veramente complicato e difficile fare tutto questo in così poco tempo.
Vi chiediamo pazienza, non è una scusa ma una giusta analisi. La visione delle cose ce l’abbiamo.
Roberto Renzi è una persona molto passionale ma molto concreta, molto intelligente, l’ho conosciuto da poco e ho visto il modo di fare le cose. Sicuramente parlerà ma chiede ancora un po’ di tempo. Non è persona che ha paura di affrontare la stampa e il pubblico, anche lui è rimasto scottato dalla situazione e la città è rimasta scottata.
Lui ha rilevato la società dal fallimento, metto dei soldi veri per poi non essere iscritto al campionato, ma anche lì a livello di giustizia ordinaria è lecito, è stato consigliato male perché è nuovo nel mondo del calcio. Chi investe 2 milioni non penso che non investa 300 mila euro di contributi per una passata gestione. Sicuramente non si è lesinato, stiamo spendendo oggi tanto quando fare la Serie C ma stiamo iniziando da zero.
Io chiedo di lasciargli il tempo di poter venire e parlare in maniera schietta. Lui ha fatto tutto in buona fede anzi rimettendoci altri soldi. Lui è stato consigliato male e in questo mondo la giustizia sportiva e ordinaria non collimano, poi il Tar gli ha dato ragione per la Serie D ma le cause sono ancora aperte per capire se deve prevalere il diritto sportivo o ordinario, alla fine però ci potrà essere al massimo un risarcimento danni. Il campionato è questo di Serie D, però.
Ripeto un imprenditore magari fa spesso certi passaggi poi a livello sportivo non vengono accettate, la proprietà si è avvalsa di una norma emergenziale che rinviava le scadenze e lo ha fatto in buona fede, e su mille pezzi uno non è andato a buon fine purtroppo.
Io al momento non c’ero quindi sarà il presidente ad illustrare precisamente quello che è successo.
Smentisco assolutamente che ci siano degli imprenditori “alle mie spalle” che siano arrivati per dare una mano a Renzi. Conosco bene l’avvocato di Cintio, l’ho avuto ai tempi del Novara d’oro, è uno dei migliori avvocati sportivi d’Italia.
Renzi l’ho conosciuto in un pranzo a Roma e mi ha preso il suo modo di parlare in maniera schietta anche nelle forme e da lì è iniziato un dialogo tra di noi e dopo una settimana non avrei mai pensato di andare in una categoria di Serie D. Ho sposato al 100% questo progetto, possiamo svilupparlo, chiedo solo pazienza per essere in progressione.
Per il bene della proprietà e per quello che ci siamo detti di poter sviluppare nel tempo in questa città, sappiamo di poterlo sviluppare nel tempo. Vogliamo dare soddisfazione alla città, siamo penalizzati in questa fase iniziale.
A livello tecnico servirà una quindicina di giorni, volevamo iniziare il 10 o il 17 ottobre.
Cinciripini? Non rientra nel progetto societario, almeno per quello che posso dire fino ad oggi.
A Novara ho cambiato tre proprietà, il mio primo anno avevo uno stadio fatiscente, un magazzino malandato che non consentiva neanche di cambiare le calze ai calciatori, poi abbiamo iniziato un progetto che ha riportato il Novara in Serie A dopo 55 anni. Abbiamo iniziato dalle strutture, da Novarello che era una risaia, poi una palestra.
Al Chievo sono stato con la famiglia Campedelli, sia nell’industria che nel calcio occorre una filiera organizzativa. Io ho un progetto a lunga scadenza, altrimenti non avrei accettato.
Per la prima squadra abbiamo il Samba Village adesso stiamo facendo degli interventi, aspettiamo 15-20 giorni e stiamo usufruendo del vicino campo Schiavi, stiamo utilizzando al momento le palestre del Samba Village, con interventi a nostre spese.
Per quanto riguarda lo stadio Riviera delle Palme al momento abbiamo la gestione dell’evento gara per il quale paghiamo un canone mentre la manutenzione e il resto sono di competenza del comune.
Abbiate la pazienza di vederci fare uno scalino alla volta, non tutto è stato organizzato al 100%, se lo stadio fosse stato di nostra competenza avremmo fatto qualcosa. Probabilmente era sporco anche prima della nostra partita.
I tifosi? Dobbiamo riaccendere l’entusiasmo, siamo partiti subito con il taglio del costo dei biglietti per cercare di avvicinare il più possibile i tifosi, capiamo che dobbiamo attendere. Sappiamo che i tifosi nell’animo c’è ancora l’amore per questi colori, sappiamo che è un momento turbolento, ma faremo delle attività per ricreare la simbiosi con questi colori.