ANCONA – “Continuerò a lottare ma ho bisogno di un aiuto istituzionale, non posso stare da solo contro il mondo: voglio solo fare il padre”.
Emilio Vincioni, di Sassoferrato (Ancona), prosegue la sua battaglia per rivedere la figlioletta – che ora ha 5 anni e mezzo – che va avanti dal 2016 quando concesse alla moglie greca di partorire la bambina nella sua terra natale e lei non tornò in Italia.
A margine della seduta del Consiglio regionale in cui è stata approvata unanimemente una mozione (primo firmatario Giacomo Rossi) che impegna presidente e giunta ad attivarsi con le istituzioni per una soluzione, Vincioni rilancia la sua richiesta di aiuto in particolare a Farnesina e Ambasciata. Accanto a lui il padre, Alberto, nonno della bimba, che condivide il dolore per non poter vedere la nipotina.
“Non voglio assolutamente togliere la mamma a mia figlia, – precisa – è una figura basilare per lei, al di là dei comportamenti che ha avuto dal punto di vista umano che sono alla luce del sole”.
Vincioni ricorda di aver ‘vinto’ la causa di separazione che è stata addebita alla moglie senza che ciò abbia fatto cambiare la situazione.
“Posso vedere mia figlia solo quando vado in Grecia – sottolinea – se questo vuol dire fare il padre. Tutto questo perché ho concesso amorevolmente a mia moglie di andare a partorire nella sua terra natale. Non so nulla di mia figlia, nemmeno se è stata vaccinata, una situazione scandalosa a fronte della monumentale attività che ho posto in essere: ho portato questa vicenda all’attenzione di 20 istituzioni fino ad arrivare alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo che ha avuto l’arroganza di rispondermi che l’art. 8, diritto alla vita famigliare, non è stato leso…”.