SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Rompono il silenzio i cinque “epurati” del Pd Alessandro Marini, Fabrizio Oddi, Catia Nucci, Ermanno Consorti, Sabrina Consorti. Nei giorni scorsi il partito sambenedettese aveva loro inviato cinque lettere per segnalare l’avvio di un procedimento a loro carico, a seguito della decisione degli stessi di candidarsi alle recenti elezioni comunali con la lista “Democratici per Canducci” in alternativa alla lista ufficiale del Pd.
“Abbiamo aspettato qualche giorno prima di commentare le lettere arrivate di avvio del procedimento (che non sono lettere di espulsione) , perché riteniamo che il basso livello al quale il Pd è arrivato meritasse solo silenzio da parte di una classe dirigente inadeguata, ma questo non è accaduto – scrivono di comune accordo – Chi non è stato capace di tenere unito il partito, chi è riuscito a distruggerlo, chi ha portato il partito ai minimi storici, chi non è riuscito ad eleggere neanche un consigliere, oggi continua a dare lezioni, a puntare il dito contro di noi, invece di assumersi le responsabilità politiche che il risultato elettorale richiede”.
“Se fino a qualche mese fa eravamo completamente ignorati, ora ci dà la responsabilità di questa Caporetto – continuano – Non dovremmo essere noi quelli giudicati davanti ad un tribunale dell’inquisizione ma i fautori di questo annunciato disastro politico. Se persino Ricci (sindaco di Pesaro, ndr) arriva a dire che avrebbe dovuto commissariare questo partito, forse qualche errore è stato fatto, che tutti questi torti non li avevamo, che il percorso intrapreso da quei dirigenti era sbagliato, che il mancato rispetto dello statuto sul coinvolgimento degli iscritti ha difatti portato ad uno scollamento del partito dalla città”.
“Molti iscritti ci dichiarano vicinanza, incapaci di capire come sia possibile nessuna presa di responsabilità da parte di questa classe dirigente e aspettano con ansia la convocazione di un’assemblea per l’analisi del voto. Oggi, sinceramente, quello che a noi preoccupa di più è la spasmodica caccia alle streghe, non perché non siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità (che è solo quella di aver richiesto per mesi il rispetto degli iscritti e dello statuto) ma perché non ci si pone minimamente nella condizione di autocritica da parte del Segretario Benigni e anche del Segretario Terrani, che pensa a mettere il cappello sulla vittoria di Spazzafumo anziché prendere provvedimenti nel suo partito”.
“Per noi sarebbe più importante cercare di comprendere le motivazioni profonde che hanno portato il Pd a questo risultato e a come si possa intraprendere un nuovo percorso di dialogo interno fatto di reciproco rispetto e coinvolgimento, non solo degli ormai pochi iscritti rimasti, ma di un elettorato che attende risposte e che vorrebbe soltanto poter contare su un Pd unito e coeso e che faccia da fulcro ad un nuovo centrosinistra” conclude la nota.