L’AQUILA – La Corte costituzionale ha bocciato il piano di rientro del deficit della Regione Abruzzo, dichiarando illegittime le norme contenute nei bilanci di previsione 2018-2020 e 2019-2021 sui tempi di ammortamento.
Il disavanzo complessivo 2014-2015 era stato distribuito in 20 anni, con rate di circa 30 milioni di euro annui. Anche la Corte dei Conti, che aveva sollevato il problema, ritiene che tale periodo sia stato dilatato troppo, sulle future generazioni. Ora la Suprema corte, con la sentenza numero 235 ha imposto una riduzione dei tempi di ammortamento e quindi la quota annua può raddoppiare, trasformandosi in una maxi rata di 60 milioni di euro all’anno per 10 anni.
Scoppia la polemica politica e il senatore Luciano D’Alfonso, ex presidente della Regione Abruzzo, ha convocato una conferenza stampa sull’argomento per domani, a Pescara.