ASCOLI PICENO – Di seguito una nota stampa dal Pd Sanità provinciale in merito alle dimissioni del direttore generale dell’Area Vasta 5 Cesare Milani.
Tanto tuonò che piovve. Nell’Area Vasta 5, come pure a Fermo, procede lo spoil system della destra al governo della Regione Marche. Mai una valutazione di merito, mai un’autocritica in quindici mesi di totale latitanza politica e inefficienza amministrativa, sempre e solo l’applicazione della legge del taglione: i dirigenti nominati dal precedente governo devono essere cacciati senza tante riserve.
La notizia delle dimissioni di Cesare Milani – costretto a tale gesto da una destra arrogante e quantomai lontana dai problemi dei cittadini – ci lascia esterrefatti. Giocano a muovere le pedine mentre è in corso una pandemia, con tutto quello che significa e ne consegue. L’amministrazione Acquaroli non prende mai una posizione sulle problematiche reali, ma cancella tutto quello che è stato fatto prima del suo insediamento: si cancella la costruzione di un nuovo ospedale di primo livello, si cancellano i direttori generali, si cancellano i servizi ai cittadini.
A Milani si rimprovera di non aver saputo gestire il budget, ma bisognerebbe domandarsi come si fa a gestire un budget quando mancano gli indirizzi e la programmazione. Mancano, infatti, indirizzi su come applicare la politica sanitaria sul territorio, sulla spesa farmaceutica e sul contenimento di quella sul personale, costringendo gli operatori a ritmi insostenibili. Sarà un caso che le relazioni sindacali si sono interrotte? Sarà un caso se le organizzazioni sindacali sono sul piede di guerra, vicine allo sciopero?
Vogliamo ricordare alcune delle azioni portate avanti prima dell’arrivo di Acquaroli e dei suoi, con Milani alla guida dell’Area vasta 5: l’istituzione della medicina vascolare ad Ascoli con l’acquisto di un nuovo angiografo, la nomina di importanti primari in settori vitali della sanità picena, l’istituzione dell’hospice a San Benedetto, decine di milioni di investimenti strutturali.
Per non parlare poi della gestione della pandemia. Anche qui ci piace ricordare che durante la gestione Ceriscioli, quando era in corso la cosiddetta fase uno, l’Area Vasta 5 fu la migliore delle Marche e tra le migliori di tutta l’Italia, questo soprattutto grazie alla diversificazione dei percorsi tra pazienti covid e pazienti non covid. La seconda e la terza fase, gestite entrambe da Acquaroli con la complicità degli assessori Castelli e Saltamartini, ha portato il livello del contagio a livelli drammatici. Due numeri: 500 tra gli operatori sanitari, quando durante la fase uno ne furono appena 25.
Al povero Milani, comunque, qualche critica va fatta: pensava che la politica fosse tutta uguale, mentre in questi mesi ha potuto toccare con mano come esista chi, dopo averlo nominato, ha tutelato l’autonomia delle sue scelte gestionali dentro a una programmazione di indirizzi rigorosi e chi, invece, con le proprie pratiche clientelari ha continuamente ostacolato il suo lavoro. Di esempi potremmo farne mille.
Uno per tutti: la scellerata gestione dell’ultimo concorso della direzione ospedaliera, volto probabilmente a mantenere una qualche promessa elettorale. Il tutto con la collaborazione di personaggetti come ex medici ospedalieri poi diventati demagoghi che guidano inutili comitati.
Milani, che ai tempi non era direttore generale, avrebbe dovuto capire con che razza di personaggi aveva a che fare quando, il giorno in cui venne colpito da un grave lutto, gli venne notificato il provvedimento di revoca dal ruolo di direttore del personale: un gesto ignobile arrivato in un più che giustificato momento di debolezza personale.
A Cesare Milani, oggi, va tutta la solidarietà del Partito Democratico, degli operatori sanitari e della gente per bene, che ha a cuore la salute dei cittadini del piceno e trova ripugnante questi atteggiamenti del governo di Acquaroli, Castelli e Saltamartini.