“Le condizioni di salute del dottor Giuseppe Rossi non sono compatibili con la detenzione carceraria. Chiederemo presto la concessione dei domiciliari”.
Così l’avv. Lavinia Tarli, che insieme al collega Umberto Gramenzi difende il medico di base ascolano rinchiuso dal 4 gennaio nel carcere di Ancona nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Ascoli Piceno su vaccini ‘buttati’ e Green pass falsi.
“Ha importanti problemi di salute per i quali deve assumere farmaci, per cui chiederemo che possa tornare presto a casa. L’ho trovato fisicamente giù e anche psicologicamente ancora non ha realizzato tutta la vicenda. Una cosa ci tiene che si sappia: non è un no vax, anzi è vaccinato lui, sua moglie e i loro otto figli” – conclude l’avv. Tarli.
L’operazione “Green Pack” coinvolge altre 73 persone fra cui un altro ascolano, Maurizio Strappelli, ai domiciliari perché ritenuto intermediario fra il medico e i pazienti desiderosi di ottenere la certificazione verde senza sottoporsi a vaccinazione.
Davanti al gip di Ascoli Giusti il dottor Rossi si è avvalso oggi della facoltà di non rispondere. “Abbiamo necessità di studiare l’ordinanza e ricostruire il quadro della situazione ancora tutta da vedere e ci sono tanti aspetti da approfondire – prosegue l’avv. Tarli -, compreso quello dei soldi sequestrati a casa sua. Al momento opportuno il nostro assistito chiarirà la sua posizione”.
Il dottor Rossi chiederà i domiciliari, nonostante l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti abbia validità 40 giorni, per esigenze investigative.