ANCONA – La Squadra Mobile della Questura di Ancona ha dato esecuzione a cinquanta ordinanze di misure cautelari personali, emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ancona, in ordine ai reati continuati di corruzione, falso ideologico e peculato, commessi in concorso da altrettanti indagati, coinvolti in numerose vicende corruttive, finalizzate all’indebito rilascio della “certificazione verde anti-SARS-CoV-2”.
È stata applicata la custodia cautelare in carcere nei confronti di un infermiere professionale, addetto alla somministrazione dei vaccini anti covid-19 presso il principale centro vaccinale del capoluogo della regione Marche e la misura degli arresti domiciliari nei confronti di quattro soggetti, ritenuti intermediari nei fatti corruttivi e nei corrispondenti reati di peculato e di falso ideologico.
Sono destinatari di quarantacinque provvedimenti, con i quali è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza o attuale dimora e dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria, altrettanti soggetti di più parti del territorio nazionale i quali si sono volontariamente sottoposti alla fittizia inoculazione dei vaccini anti Covid-19, previo l’illecito pagamento di somme di denaro, a carico dei quali sono pure ipotizzati i reati in concorso di corruzione, di peculato e di falso ideologico.
Sono state, inoltre, eseguite ventiquattro perquisizioni personali e locali ed è stato disposto il sequestro preventivo del profitto dei reati contestati, fino a concorrenza dell’importo di 18 mila euro.
Le articolate attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ancona, sono state avviate agli inizi del mese di dicembre 2021 e hanno determinato (nel corso delle indagini) l’emissione di cinquanta provvedimenti di sequestro di certificati in formato digitale, rilasciati dalla “Piattaforma nazionale digital green certificate” del Ministero della Salute, senza che ne sussistessero i presupposti di cui all’art. 9 comma 2 lettera A del D.L. 22.4.2021 nr. 52.
Secondo quanto è emerso dalle attività degli inquirenti, l’infermiere, addetto alle vaccinazioni presso l’Hub Vaccinale, istituito presso il palazzetto dello sport “Paolinelli” di Ancona, approfittando dello stato di emergenza (dovuto alla pandemia da Covid-19 e alle numerose richieste di privati finalizzate ad ottenere in tempi rapidi il Green Pass, per far fronte alle limitazioni imposte in caso contrario dalla normativa vigente), ha agito con la complicità di soggetti che operavano quali intermediari nell’interesse delle persone da vaccinare fittiziamente.
Previa la corresponsione di somme di denaro, il principale indagato ha simulato in una pluralità di episodi accertati, l’inoculazione del siero vaccinale alle persone, al fine di far loro ottenere il documento di avvenuta vaccinazione, destinato al successivo inserimento nella piattaforma nazionale D.G.C. del Ministero della salute.
Il compendio probatorio è costituito da attività di intercettazioni, servizi di osservazione e riprese video effettuate nel centro di vaccinazione.
Da quanto ricostruito grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza, l’infermiere professionale agiva con la medesima modalità operativa: anziché inoculare il siero vaccinale ai pazienti – in favore dei quali venivano successivamente rilasciati certificati falsamente attestanti la pratica della vaccinazione – lo rendeva inservibile, disperdendolo nel cestino dei rifiuti e all’interno del contenitore cd. agobox.
In tale modo si realizzava lo spreco di una fondamentale risorsa pubblica, quale il siero vaccinale affidatogli per ragioni del servizio, distratto dalla destinazione propria, con rischi di compromissione dell’efficacia dell’azione del Sistema Sanitario Nazionale, diretta a contenere gli effetti della diffusione del virus.
Con riferimento ai soggetti intermediari, è emerso che costoro (capaci di diffondere, nei rispettivi ambiti di lavoro e di conoscenze, le possibilità offerte, dietro compenso, dal predetto infermiere), erano divenuti punti di riferimento di una pluralità di persone interessate ad ottenere la “certificazione verde anti-SARS-CoV-2” senza sottoporsi a vaccinazione, percependo alcuni di essi, a titolo di mediazione, una parte di quanto corrisposto dai soggetti non vaccinati corruttori, e fungendo da strumento di indispensabile tramite con l’infermiere il quale, nella maggiore parte dei casi, non aveva conoscenza diretta dei soggetti nei cui confronti sarebbe stata praticata la simulata vaccinazione.
Sono ancora in corso attività investigative coordinate dalla Procura dorica per accertare l’ampiezza del fenomeno illecito, il suo inizio e il numero dei soggetti interessati.
Le indagini non hanno, invece, dimostrato allo stato il coinvolgimento di medici o di altre figure professionali che lavorano presso il centro vaccinale e dei funzionari responsabili.
I provvedimenti cautelari emessi attengono alla fase delle indagini preliminari e resta salvo l’accertamento definitivo delle responsabilità.