I tempi sono maturi per passare all’elezione diretta del presidente della Repubblica, “con il coinvolgimento di tutto il corpo elettorale”. A dirlo all’Ansa è il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, uno dei grandi elettori regionali che ieri hanno votato per il Quirinale. Ma non per Mattarella, “ho votato Nordio, ma auguro buon lavoro al presidente”. Con Mattarella, rieletto, c’è stato un “incontro molto cordiale” al Quirinale, insieme agli altri governatori, “un gesto di rispetto istituzionale e per la persona” sottolinea Acquaroli, “ci credo molto in questi valori, altrimenti sarebbe una devastazione completa.
Le posizioni politiche sono un’altra cosa”. Il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga “non ha fatto nomi, ma gli ha fatto presente che non tutti i presidenti delle Regioni avevano le stesse posizioni”. Come Acquaroli, non hanno votato per Mattarella Marsilio (Abruzzo) e Musumeci (Sicilia). “Lui è stato cordiale, disponibile, ci ha detto ‘avevo pensato un’altra cosa per me, ma il Parlamento è sovrano”.
Per Acquaroli comunque, la rielezione di Mattarella, “che aveva indicato la sua indisponibilità,” è “una sconfitta per tutti, considerato che per la seconda volta in 9 anni abbiamo dovuto richiamare un presidente uscente, E poi se devi riconfermarlo, o lo fai alla prima votazione, o alla quarta, non all’ottava”. “Se il Parlamento in seduta comune non trova una soluzione, l’immagine dell’Italia non ne esce rafforzata a livello internazionale, quello che è successo attesta la debolezza della politica” insiste. Sulla tempistica e le complicazioni che hanno accompagnato le votazioni, ammette che “il quadro non è di semplice definizione, le forze sono eterogenee ma questo non deve essere una giustificazione per non aver trovato una sintesi.
L’elezione diretta del Capo dello Stato consentirebbe una partecipazione attiva del corpo elettorale”. Acquaroli distingue tra l’aspetto strettamente politico e quello amministrativo-istituzionale: “il centrodestra politico, parlamentare ha avuto una battuta di arresto, quello amministrativo c’è e continua a governare i territori. Ma la politica – insiste – non ne esce rafforzata”.