Sciopero ieri alla Tod’s di Casette D’Ete dove una sessantina di operai dei 350 che lavorano nelle manovie del sito Brancadoro 2, sono usciti con un’ora di anticipo. Un atto dimostrativo e significativo perché legato proprio all’oggetto dello sciopero stesso e del motivo di disaccordo con la proprietà. Il Contratto Collettivo Nazionale per il settore calzature, prevede infatti 39 ore settimanali con un avanzo di 8 ore all’anno, che diventano 56, quindi 7 giorni l’anno, se le ore lavorate, come in questo caso, sono 40 a settimana.
Questi 7 giorni vanno goduti dai dipendenti di concerto con l’azienda, calendarizzati in quei giorni di ponte, come in occasione del 2 novembre, commemorazione dei defunti, o del martedì di Pasqua, che però, nell’ultimo incontro di giovedì mattina tra le RSU e il direttore del personale, non è stato concesso. Da qui l’agitazione di ieri che, seppur non abbia fatto registrare un’adesione di massa, avendo riguardato operai delle diverse manovie, ha messo in difficoltà la produzione di calzature di lusso, amate in tutto il mondo, di Diego Della Valle.
Un braccio di ferro che stupisce in una realtà che si è sempre posta all’avanguardia nazionale per le condizioni di lavoro e i servizi messi a disposizione dei dipendenti, come il nido aziendale o la palestra, sul modello delle grandi multinazionali americane. Ma gli operai non sono disposti a passarci sopra e a vedersi retribuire, come è successo per tre giorni non goduti del 2021 e pagati a gennaio scorso. Il problema di Casette D’Ete non è isolato, infatti ieri a scioperare è stato anche lo stabilimento Tod’s di Comunanza per tre ore e mezzo perché nel 2021 sono state fatte solo due settimane di ferie rispetto alle tre previste per legge e, nonostante le numerose richieste da parte di CGIL e CISL, non si trova la strada per accordo e recuperare la settimana mancante