La cronaca giudiziaria continua a narrare episodi legati al post sisma. L’occhio della Procura si apre su coloro che avrebbero dichiarato il falso per ottenere i fondi del Cas, il celebre contributo di autonoma sistemazione concesso a chi si era ritrovato con un’abitazione non agibile dopo il terremoto. Secondo gli inquirenti di Teramo ci sarebbero altre cinque persone accusate di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Cinque – cosiddetti – furbetti del Cas. Secondo la ricostruzione portata avanti dal pm Stefano Giovagnoni, titolare del fascicolo, nel mirino ci sarebbero i componenti di due nuclei familiari. Avevano dichiarato di avere la residenza nel posto in cui ci sono le abitazioni danneggiate quando invece sarebbe stato accertato che vivevano altrove. Anche in questo caso, così come già successo in precedenti fascicoli, ci sono stati dei sequestri preventivi di somme che complessivamente sfiorano ventimila euro. Il contributo di autonoma sistemazione, il cui acronimo è appunto Cas, è una misura indirizzata alle famiglie e al singolo cittadino che ha un’abitazione in zona rossa che è stata distrutta in tutto o in parte o è stata sgomberata in seguito alle scosse. A Teramo, così come in altri comuni del Centro Italia dopo il sisma 2016, sono tante le persone finite nel mirino della magistratura per aver ottenuto fondi Cas che non gli spettavano.