ANCONA – Attività di pronto soccorso negli ospedali e liste di attesa per visite ed esami. Due problemi sostanziali del sistema sanitario sui quali si soffermano numerose istanze fatte pervenire negli ultimi mesi dai cittadini alla Presidenza del Consiglio regionale.
“Accogliamo con soddisfazione – sottolinea lo stesso Presidente dell’Assemblea legislativa, Dino Latini – il piano sperimentale per riorganizzare e potenziare le attività dei pronto soccorso e ridurre i tempi di attesa, presentato ufficialmente dal Presidente della Regione Francesco Acquaroli e dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. E’ un primo passo importante e significativo. Sappiamo come la pandemia abbia condizionato su più versanti la funzionalità della nostra sanità, ponendo i cittadini in una situazione di profondo disagio. Ma ancor prima della diffusione del Coronavirus, si registravano criticità non indifferenti, soprattutto in alcuni plessi. Con la chiusura degli ospedali decentrati tutta l’attività di pronto soccorso, quindi anche per interventi di minore entità, si è riversata nei nosocomi principali con inevitabili ore di attesa per l’utenza. E nel periodo estivo i tempi di permanenza si dilatano a dismisura. A questo si aggiunga la cronica mancanza di personale che con i problemi introdotti dall’emergenza pandemica ha raggiunto picchi che noi tutti conosciamo”.
Passando alle liste di attesa, uno dei principali aspetti delle istanze pervenute dai cittadini, Latini fa presente che “in alcuni casi la situazione è veramente complessa con richieste di esami e visite specialistiche, anche di tipo preventivo, a cui vengono fornite risposte a distanza di mesi se non addirittura di anni. Dopo il lockdown la macchina fa ancora più fatica a riallinearsi con le esigenze reali e scatta quindi la mobilità passiva o la necessità di far ricorso, soprattutto in casi d’emergenza, alla sanità privata con inevitabili costi e disagi da sostenere per gli stessi cittadini”.
Il Presidente del Consiglio si dice consapevole che “la situazione nel suo complesso non è di facile soluzione. La Regione Marche si sta adoperando per fornire un’adeguata risposta a tutte le istanze, ma è ovvio che occorre uno sforzo di tipo collettivo per riuscire a riallineare la nostra sanità in base a quello che più serve, ridando sicurezze al popolo marchigiano e lustro a tutte le nostre eccellenze che, anche in questo campo, non sono poche. Queste mie parole siano interpretate come un appello ad agire con oculatezza e ridare fiducia a chi deve far quotidianamente ricorso al nostro sistema sanitario, soprattutto dopo il tunnel che siamo stati costretti a percorrere con la pandemia, che ancora non sappiamo come potrà evolvere nel futuro”.