La siccità non risparmia neanche l’Abruzzo. Settore agricolo in forte difficoltà con una produzione di ortaggi e di cereali verso un segno meno piuttosto pesante, oltre il 20 per cento.
Terreni arsi e fiumi al di sotto della media stagionale per quanto riguarda la portata con proliferazione delle alghe che rischiano di soffocare i corsi d’acqua. Soffre l’Abruzzo e soffre soprattutto la zona del Fucino terra di coltivazioni di patate, cipolle, carote. Questo è anche il periodo della raccolta delle patate e della trebbiatura. I produttori iniziano la conta dei danni a causa della siccità mentre è stato chiesto alla Regione di avviare le procedure per ottenere lo stato di emergenza. Anche il settore zootecnico abruzzese è in forte difficoltà.
La produzione di latte da parte dei capi allevati, in modo particolare mucche e pecore, da destinare al settore caseario fa registrare un meno 13 per cento. E con questo caldo africano, anche la produzione dei foraggi, soprattutto fieno e erba medica, ne risente. Allevatori e agricoltori hanno lanciato il grido d’allarme. Sono arrivate le rassicurazioni per i fondi destinati all’impianto irriguo nel Fucino da parte del Ministero ma non basta. Lo stato di emergenza è di fatto un aspetto concreto, reale che sta provocando danni economici a tutto il settore.
L’Abruzzo potrebbe contare danni per oltre 100milioni di euro se la situazione dovesse persistere. E c’è il rischio delle bombe d’acqua in piena produzione di ortaggi. In Abruzzo, l’area del Fucino, con il suo sistema che conta circa 15mila addetti nella filiera agricola, è quella con le conseguenze peggiori. Coldiretti ha già annunciato una brusca riduzione delle coltivazioni in campo, in modo particolare del grano, diventato un bene essenziale soprattutto con la guerra in atto in Ucraina.