Alle ore 13 nel Tg Marche di VeraTv intervista al sindaco Spazzafumo sulla situazione della Samb
di Pier Paolo Flammini
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Difficile trovare un filo logico attraverso il quale decifrare correttamente quanto sta avvenendo attorno alla Samb. Le cause sono diverse, in parte ne abbiamo già scritto qui. Perché una piazza come San Benedetto sia passata dalla gioia, seppur parzialmente effimera, della vittoria dei play off alle contorsioni nervose di questi giorni, fa parte, purtroppo (o per fortuna, quando si svolta in positivo) della storia di questa città, umoralmente avvinghiata ai colori rossoblù nonostante tutto quello che è accaduto.
IL PREGRESSO SERAFINO Se non ci fosse stata la disavventura calabro-argentina con annessi e connessi, alcune situazioni e tensioni che si vivono attualmente a San Benedetto, tuttavia, avrebbero un’eco minore. Questo è bene ricordarlo prima di ogni considerazione: la ferita quasi mortale inflitta lascia degli strascichi.
RENZI HA BISOGNO DI UN REFERENTE “FISICO” A SAN BENEDETTO Prima di chiamare il sindaco Spazzafumo Renzi aveva il classico diavolo per capello. “Basta coi film” avrebbe detto mostrando incredulità per quanto sta montando. E se la data del 30 giugno, nella quale gli impegni economici per la Serie D vanno ottemperati, si fa pericolosamente vicina, sempre Renzi avrebbe rassicurato il sindaco circa l’assoluta tranquillità (almeno la sua). Bisogna ricordare che la maggior parte dei calciatori ha ricevuto pagamenti dei rimborsi spese regolari, e in qualche caso sembra persino anticipati, almeno fino alla fine di aprile. Poi qualcosa (misteriosamente?) è cambiato.
Certo: ci sarebbero anche dei premi pattuiti (la vittoria play off), qualche fornitore da finire a saldare: si tratta di cifre in assoluto gestibili se paragonate ai 4 milioni (“e qualche mille euro di più”, ci disse), sborsati in un anno a San Benedetto. Cifre grandi, se invece si fosse tutto, “misteriosamente“, bloccato.
“Se faccio un comunicato dicono che mento, se sto zitto mi chiedono perché non parlo” avrebbe sbottato Renzi nei suoi tanti colloqui di giornata (sembrerebbe anche con qualche tifoso rossoblù).
Tuttavia Renzi non ha capito che per tenere in pugno una piazza passionale come quella di San Benedetto, sia necessario non soltanto avere un filo diretto con i referenti locali (dal direttore generale Faccioli ai due allenatori Alfonsi e Visi, coi quali ci sarebbero comunque colloqui frequenti, senza dimenticare i calciatori, ma si legga dopo cosa sta accadendo), ma una presenza fisica di un rappresentante della società che sappia cantare e portare la croce.
Qualcosa di simile lo hanno fatto negli ultimi decenni, da posizione diverse, il direttore generale Gianni con Fedeli e il direttore sportivo Angellozzi con Gaucci: girare, parlare coi tifosi, portare ovunque la voce della presidenza, spiegare, prendersi anche qualche parola ma pure gli applausi. Questo alla Samb manca (Faccioli è un grande professionista ma ha un altro tipo di profilo). E senza un occhio diretto e sempre presente, non sarà mai semplice controllare e gestire.
RENZI CERCA AIUTO? Uno dei passaggi più controversi di questi giorni. Anche se va detto che già nell’incontro con gli sponsor avvenuto lo scorso 8 giugno vi era stata, da parte di Renzi, una richiesta di aiuto: cosa non nuova, dunque.
L’ex patron del notaresco Di Giovanni ha parlato chiaro: “Ha chiesto a me e Brocco del Pineto di aiutarlo per fare una grande Samb per la Serie C, ma non ho mai avuto l’impressione che volesse mollare“. Brocco si limiterà ad una sponsorizzazione: come ne farebbe a decine solo nel mondo del calcio. Ma il tentativo di ampliare la base societaria c’è stato: e in partenza non ci sarebbe nulla di male, anzi. Tuttavia le conferme di contatti non mancano e sono ben differenziate: c’è una strategia o si va un po’ a caso? E perché?
SQUADRA SPACCATA? Qui si entrerebbe nei condizionali, perché dichiarazioni ufficiali non ce ne sono e forse non ce ne saranno. Eppure in queste settimane, dopo la vittoria dei play off, tra Renzi e alcuni calciatori pare sia sceso un grande gelo. Mentre con altri (ipotizziamo: capitan Angiulli e vice Lulli) ci sarebbe un filo diretto. Il motivo? Le voci che dallo spogliatoio sono diventate notizia comune, ovvero il ritardo del pagamento degli ultimi rimborsi spese. In più, dichiarazioni reiterate circa questioni che, abitualmente, restano confinate dentro gli spogliatoi. E’ probabile che nella nuova Samb ci possano essere delle mancate riconferme che potranno essere spiegate soltanto in questo modo.
IL TAR, CHE FAR… Molto gira attorno al Tar del Lazio. Dalle parti della Samb bocche cucite ma si sta guardando con speranza il fatto che a quasi 40 giorni di distanza non sia stata diffusa alcuna sentenza. L’obiettivo è di avere un sostanzioso risarcimento per l’esclusione “ingiusta” dalla Serie C. Sulla scia, magari, della decisione che verrà presa proprio oggi 23 giugno dalla Camera di Consiglio a proposito di analoga situazione vissuta dal Chievo Verona, in Serie B. A quel punto nel “sogno” di Renzi vi sarebbe quasi una contrattazione con la Federazione: rimborso o Serie C. Ma tutto dipenderà dal numero di squadre che non si iscriveranno alla C: e questo sembra un anno discreto dal punto di vista finanziario. Speranze? Poche. Resta un sogno.
MA LE SPERANZE… Starebbero bloccando le ufficializzazioni (direttore sportivo e allenatore), nonostante gli incontri ripetuti (l’ultimo con il direttore sportivo Cozzella), e una gran massa di calciatori e allenatori pronti ad offrirsi alla Samb (anche ex rossoblù di Serie C) anche a costo di scendere di categoria. “Per la D siamo già a posto, abbiamo imparato” avrebbe sbottato Renzi con qualche confidente, facendo anche riferimento al fatto che sugli under si lavorerà per avere delle “coppie” dello stesso anno per ogni ruolo, tallone d’Achille della passata stagione. E si è al lavoro per far ripartire ufficialmente il settore giovanile.
Su tutto, resta però il dubbio di una (momentanea?) crisi di liquidità che sarebbe la seconda, dopo quella avvenuta a giugno 2021; e sempre a giugno, un caso?