Nella mattinata di domenica scorsa il Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Ancona ha eseguito il sequestro di circa ottomila esemplari di “ricci di mare” (denominazione scientifica Paracentrotus Lividus), irregolarmente pescati nelle acque prospicienti il porto di Ancona. L’attività dei finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale, coadiuvata da pattuglie a terra ed una motovedetta, ha consentito di individuare, dopo un lungo appostamento, due pescatori di frodo provenienti dalla provincia di Barletta Andria e Trani, intenti ad effettuare la pesca subacquea di ricci di mare presenti sulla scogliera frangiflutti del porto di Ancona. Ai trasgressori sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di quattromila euro ed effettuato il sequestro delle 4 bombole utilizzate e dell’intero pescato. Il prodotto ittico è stato immediatamente rigettato in mare, così da assicurane la sopravvivenza e garantire il ripopolamento dei fondali, anche in considerazione dell’importante compito affidato a questi piccoli animali a tutela dell’equilibrio dell’ecosistema marino.
È importante evidenziare, che la pesca del “riccio di mare” è vietata in tutta Italia nei mesi di maggio e giugno, per consentire la loro riproduzione. Inoltre la pesca sportiva può essere effettuata senza l’ausilio di attrezzatura subacquea (bombole), per un massimo di 50 esemplari a persona ed è severamente vietata la vendita e commercializzazione dei prodotti pescati, in quanto privi di idonea documentazione sulla loro tracciabilità e quindi potenzialmente pericolosi per la salute pubblica.