Al 5 luglio 2022 (Fonte: Ministero della Salute) i casi confermati di vaiolo delle scimmie in Italia sono stati 233, di questi 78 sono collegati a viaggi all’estero e del totale 231 sono maschi e solo 2 le femmine.
Nelle Marche ieri è stato accertato il primo caso. Nessun viaggio in paesi a rischio, ma solo una visita medica ha consentito di scoprire al 42enne della Riviera delle Palme di esser stato contagiato dal monkeypox. I sintomi erano abbastanza sospetti, specie sulla cute. Lesioni che hanno indotto la dottoressa Giuseppina D’Amato presso l’ambulatorio di infettivologia dell’Area Vasta 5 ad eseguire un tampone a livello delle lesioni cutanee per la ricerca del virus. L’Asur invita la popolazione a non allarmarsi.
Per saperne di più abbiamo intervistato l’immunologo del Torrette di Ancona Luca Butini.
Dottore, di che malattia parliamo e quali sono i sintomi?: “Il vaiolo delle scimmie è comparso anche in paesi del mondo dove le infezioni si rilevano più raramente, in alcune decine di casi in Italia, uno nelle Marche. Dobbiamo fare attenzione, abbiamo imparato che le malattie infettive esistono ancora. Questa malattia non è così facile che si trasmetta perché prevede un contatto molto ravvicinato che consenta al virus che è presente nelle vesciole delle lesioni cutanee della persona infetta o negli indumenti a contatto con queste lesioni di passare sulla cute o sulle mucose della persona sana. Se questo avviene dopo un periodo d incubazione, compaiono dei sintomi quali: febbre, ghiandole ingrossate, stanchezza e dopo circa quattro giorni, lesioni cutanee costituite all’inizio macchioline, che diventano poi un po’ più grandi fino a formare una vescicola. Questa poi si trasforma in crosta che si secca e si asciuga e nella grande maggioranza dei casi la malattia si autolimita”
Come si trasmette? “Le persone possono il virus ad altri per tutto il periodo della malattia. Se abbiamo sintomi febbrili o lesioni cutanee dobbiamo farci vedere da un medico. Un aspetto interessante: se le lesioni sono nella mucosa della bocca o dei genitali, il virus può essere nelle secrezioni e può avvenire la trasmissione anche attraverso il bacio o il rapporto sessuale”
C’è un vaccino? “La vaccinazione contro il vaiolo umano è stata abolita nel 1981. È possibile che le persone vaccinate prima del 1981 possano avere un certo grado di protezione. Non ci sono dati che inducono a pensare di riprendere una vaccinazione anti vaiolosa, si sta valutando se farlo negli operatori sanitari”
La Direzione dell’Area Vasta 5 ha spiegato che la situazione è costantemente monitorata dal Servizio igiene e sanità pubblica che si è già attivata con il contact tracing per risalire ai contatti stretti del quarantenne contagiato.