Era seduto all’interno della Passat che si è sfrenata e ha centrato in pieno prima il cancello e poi il cortile della scuola Primo Maggio di L’Aquila. Era il 18 maggio e in quel drammatico incidente perse la vita il piccolo Tommaso D’Agostino di soli 4 anni. Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni David Mancini ha chiesto l’archiviazione per i reati di omicidio colposo e lesioni colpose. Del resto il ragazzino, avendo meno di 14 anni, non sarebbe nemmeno imputabile. Si continua ad indagare su cosa possa essere accaduto cioè se il freno, anche elettrico, fosse stato inserito e se sia stato successivamente disinserito dal 12enne. Nell’inchiesta è finita, ovviamente, anche la mamma del ragazzino. La 38enne bulgara che aveva posteggiato la vettura per andare a prendere le figlie più piccole che frequentavano quella scuola. Secondo la ricostruzione compiuta dalla stessa donna, avrebbe inserito la marcia ma non il freno a mano elettrico. Nel frattempo si attende la perizia del consulente della Procura, Cristiano Ruggeri, sulla stessa vettura. La Passat si è sfrenata, sfondando la rete a protezione del cortile. Rete non ancorata al muro ma a terra. Ai vigili urbani sia gli uffici comunali che la dirigenza scolastica hanno inviato la documentazione. La gestione è, infatti, mista. Al piano terra c’è il nido che fa capo all’amministrazione municipale. Mentre al primo piano c’è la materna (dai 3 ai 6 anni) di competenza dell’istituto comprensivo Mazzini. Per questo i piani di sicurezza sono due e distinti. I sei bambini travolti stavano giocando nel cortile tra le giostrine. Per tre di loro è stato necessario il ricovero il strutture pediatriche. L’incidente avvenne davanti agli occhi dei loro compagni e delle insegnanti. Una tragedia che ha sconvolto tutta l’Aquila.
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