Arriva un’altra indagine della Procura di Teramo e, stavolta, interessa due intere famiglie: da una parte padre, madre, figlia e figlio e, dall’altra, due genitori con figlia e genero. Tutti nel mirino per indebita percezione del contributo di autonoma sistemazione dopo che la Procura teramana ha chiesto ed ottenuto il sequestro di circa trentamila euro. Questa somma sarebbe stata ottenuto ingiustamente, senza che ne avessero i requisiti. Le indagini (portate avanti dal pm Stefano Giovagnoni) avrebbero fatto luce sui due episodi. Secondo una ricostruzione, la prima famiglia non avrebbe mai abitato nella casa del centro storico risultata lesionata dopo il sisma dato che da 2014 viveva stabilmente in una zona alla periferia di Roma. Nella documentazione presentata in Comune, però, per accedere all’autonoma sistemazione avevano dichiarato di essersi spostati nella Capitale solo dopo il terremoto visto che la loro abitazione teramana era inagibile. In realtà, secondo l’autorità giudiziaria, nella casa abruzzese non avrebbero mai vissuto.
Stesso copione per la seconda famiglia indagata. Secondo l’accusa tutti avrebbero fatto risultare di avere la residenza nei due appartamenti lesionati quando invece vivevano altrove con il Cas.
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