L’Aquila – Tre giovani, poco più che 20enni, di origine balcanica, sono stati arrestati dalla squadra Mobile perché ritenuti responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di cocaina. L’operazione di polizia è stata eseguita nel quartiere San Sisto dell’Aquila.
I poliziotti hanno fermato i tre giovani che da alcuni giorni erano sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori, attraverso servizi di appostamento e mediante il controllo dei movimenti di potenziali acquirenti, che erano soliti incontrarsi sotto l’abitazione degli arrestati, ossia nella zona ovest della città nei pressi della chiesa del quartiere di San Sisto.
L’attività si è conclusa nel pomeriggio del 17 agosto, quando gli operatori di polizia sono intervenuti mentre uno degli spacciatori stava consegnando della cocaina a due noti pregiudicati.
I poliziotti hanno deciso di irrompere nell’abitazione e, dopo aver fermato gli altri due pusher, hanno perquisito l’appartamento rinvenendo quasi 600 grammi di cocaina, dei quali alcuni già confezionati in 325 dosi pronte per lo spaccio al dettaglio, oltre a 1500 euro in contanti in banconote di medio taglio, materiale per il confezionamento della sostanza stupefacente e un bilancino di precisione digitale.
Accompagnati in Questura per i successivi accertamenti, a seguito di fotosegnalamento, gli agenti hanno scoperto che i tre risultano essere irregolari nel territorio italiano e, d’intesa con il PM di turno, sono stati arrestati e trattenuti presso le camere di sicurezza della Questura a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
L’accertamento eseguito, invece, su uno dei due acquirenti, ha fatto emergere che lo stesso risultava colpito dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale emessa dal Questore dell’Aquila. Pertanto l’uomo è stato arrestato per la violazione delle specifiche prescrizioni imposte dalla sorveglianza.
Ieri mattina, giovedì 18 agosto, nell’udienza di convalida, il Tribunale dell’Aquila, dopo aver confermato gli arresti dei quattro giovani, ha condannato i tre irregolari a pene fino a 2 anni e 11 mesi e ha disposto l’espulsione coattiva a cui provvederà l’Ufficio Immigrazione della Questura, mentre, per la violazione della misura di prevenzione commessa dall’acquirente, lo stesso è stato posto agli arresti domiciliari.