SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una sconfitta non è mai “salutare”: può avere però il pregio di obbligare a confrontarsi con la realtà. Al Riviera delle Palme, per assistere allo 0-2 col Cynthialbalonga, c’erano 2.200 tra paganti e abbonati: un record per l’attuale Serie D. Lo spettacolo però è stato quello che si è visto: deludente a dir poco.
La sconfitta della Samb, il Riviera delle Palme e l’Area Brancadoro, la vittoria del Fano e tutti i gol del girone nella puntata di Cuore di Calcio con Max Fanesi e Francesco Bovara
Subito, domenica prossima, i rossoblù avranno modo di riscattarsi già contro il Chieti, attuale capolista e unica squadra ad aver vinto le prime due partite: segnale, questo, del grande equilibrio del campionato, probabilmente una costante fino alla fine. Chieti che si è imposto in due partite sulla carta abbordabili, con Vastogirardi in casa (3-1) e poi in una tirata vittoria in casa della Vigor Senigallia (1-2), a sua volta reduce dalla vittoria all’esordio proprio con il Cynthialbalonga.
Ma torniamo alla Samb. Due gare sono poche per una analisi definita, anche se le due sfide con Montegiorgio e con i laziali hanno mostrato alcuni limiti che hanno tuttavia un pregio: mostrandosi, sono potenzialmente migliorabili. Tuttavia nella nostra analisi incombe un difetto: nell’undici titolare, in Serie D, devono giocare quattro “under” (regola un po’ assurda ma tant’è) e al momento, se nel quadro degli over si conoscono le potenzialità dei calciatori, gli under, specialmente da centrocampo in su, sono ancora tutti da valutare.
CONCENTRAMENTO Prima di tutto, occorre ribadire che prima degli schemi e degli uomini, quello che conta è l’approccio alla gara. Infatti, pur senza sbalordire, la Samb dei primi 20-25 minuti della ripresa aveva chiuso i laziali nel proprio centrocampo, collezionando un paio di situazioni controverse e segnando anche il gol del pareggio, valido ma annullato da una clamorosa svista arbitrale (arbitro e assistente hanno confuso un retropassaggio con un assist di un rossoblù…).
Tuttavia Angiulli e compagni erano risultati troppo prevedibili, ognuno attento al proprio compitino e a gestire il rettangolo di gioco presidiato dal momento del calcio d’inizio. Soltanto quando Proia ha iniziato a svariare maggiormente e poi, con lo spostamento di Emili sulla fascia e l’ingresso di Marras anche lui come esterno, le alternative sono state maggiori.
Perché il “concentramento” per vie centrali che si è visto nel primo tempo ha facilitato una formazione ben organizzata nella fase difensiva, e che poi ha avuto gioco facile a scaricare su Ferri Marini e Forgione per le ripartenze e mettere in difficoltà centrocampo e difesa rossoblù.
Due centravanti contemporaneamente (Cardella e Chinellato), un trequartista alle loro spalle (Emili), due mezze ali spesso ingabbiate centralmente (Proia e Costa) e un regista basso centrale (Angiulli), senza due terzini che in questo schema dovrebbero correre su e giù per la fascia. Suicidio.
Inoltre – ma Alfonsi non poteva fare altro, perché squadra che vince non si cambia, nei limiti del possibile – assente Vita, tutti e tre gli over offensivi più lo stesso Proia che potrebbe giocare anche come rifinitore, erano contemporaneamente in campo. Difficile cambiare in corsa quando si è trattato di recuperare.
Probabilmente i rossoblù pensavano di ripetere la partita di Civitanova: qualcuno, là davanti, qualcosa inventerà. Cardella stavolta non lo ha fatto, e non ha avuto neanche l’intuizione di inventarsi ala pura d’attacco, come nell’occasione del gol suggerito a Proia e del capolavoro nel finale. Il “fiuto” dell’attaccante è anche quello relativo alla posizione migliore per pungere. Da rilevare inoltre che tutte e tre le reti realizzate contro il Montegiorgio sono arrivate da “ripartenze” fulminee, con lanci e praticamente i soli Cardella e Chinellato in fase offensiva, con l’arrivo vincente di Proia. Altra Samb contro i laziali: più portata a giocare (a vuoto) e sbadata in difesa sui calci piazzati.
COSA FARE? Ribadito il punto interrogativo sugli under (per ora), e che la differenza principale la fanno sempre la grinta e la voglia di vincere, nello schema di gioco di questa Samb servirebbero due terzini-stantuffo in fase offensiva, un po’ alla Alboni. Sarebbe troppo chiederlo già adesso. Dunque la “variante” al gioco devono fornirla quei giocatori capaci di saltare l’uomo: Emili su tutti, e Proia (e in parte Cardella). Tre giocatori che devono però rischiare anche proponendosi sulle fasce, aggredendo gli spazi, suggerendo il passaggio smarcante o l’uno-due con i centravanti. Alfonsi deve anche valutare se giocarsi tutte le cartucce offensive fin dal primo minuto, o tenere qualche calciatore pronto a subentrare. Con i cinque cambi, le partite si vincono così.