Assoluzione con formula piena perché i fatti non costituiscono reato. La Corte d’Appello di L’Aquila ribalta il verdetto di condanna a un anno e mezzo di reclusione (pena sospesa) emesso in primo grado nei confronti di Giulietta Capocasa all’epoca dei fatti direttore amministrativo della Asl Lanciano Vasto Chieti. Già direttore generale presso l’Azienda sanitaria di Forlì nonché dell’Area Vasta 5 di Ascoli Piceno e San Benedetto, Giulietta Capocasa è finita al centro dell’inchiesta portata avanti dalla guardia di finanza di Chieti e coordinata dal pm Giancarlo Ciani.
Secondo la procura è stato messo in piedi un sistema illecito andato avanti per anni con acquisti fatti senza gare d’appalto, anche in cambio di viaggi e regali.
Sette persone sono state rinviate a giudizio per corruzione, abuso d’ufficio, falso ideologico e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
La Capocasa aveva chiesto invece di essere giudicata con rito abbreviato. Il gip accogliendo la richiesta del pm aveva condannato la Capocasa per abuso d’ufficio in relazione all’acquisto di un cuore artificiale senza gara d’appalto, e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, in concorso con l’ex primario di cardiochirurgia Gabriele Di Giammarco e il medico Daniele Marinelli.
Oltre al verdetto di condanna la Capocasa era stata interdetta per un anno e mezzo dai pubblici uffici e condannata a risarcire l’Asl in sede civile. Assistita dagli avvocati Tommaso Marchese del Foro di Pescara e Lamberto Giusti del Foro di Ascoli PIceno, l’ex direttore ha presentato ricorso in appello.
La Corte di L’Aquila Presidente Armando De Aloysio, relatore Romano Gargarella in accoglimento, ha assolto la ricorrente con sentenza emessa lunedì 10 ottobre.
Entro quindici giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza che i legali difensori della Capocasa attendono di leggere per promuovere eventuali ulteriori azioni giudiziarie.