Scivolamento della crosta adriatica sotto quella appenninica
FANO – Prosegue lo sciame sismico nel tratto di Adriatico davanti alla costa marchigiana: alle 13.10 l’Ingv ha registrato una scossa di 3.9 di magnitudo, ad una profondità di 26 chilometri, la terza per importanza dopo le due di questa mattina.
E sono state circa 70 le scosse di aftershock dopo il sisma di magnitudo Richter 5.7 avvenuto alle 07:07 davanti alle coste marchigiane, la più forte pochi minuti dopo con magnitudo Richter 5.2. Le repliche seguono un decadimento graduale ma non è mai possibile escludere riattivazioni di piani di faglia, sottolinea all’ANSA il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni.
L’esperto ha spiegato come la scossa di magnitudo 5.7 sia la più forte mai registrata nella costa settentrionale marchigiana da quella del 1930, di magnitudo 5.8 nei pressi di Senigallia.
La nuova scossa “è dovuta al fronte della catena appenninica sepolta sotto al mare Adriatico che si sta accorciando tra i 2 e 4 millimetri all’anno. Una regione notoriamente sismica la cui attività permette alla crosta adriatica di scendere sotto quella appenninica attraverso un fenomeno noto come subduzione” – conclude Doglioni.