21 dei suoi 54 anni li ha passati in carcere. Dal 1996 al 2017, accusato di un omicidio che non ha mai commesso. Per la giustizia italiana era colpevole di aver ammazzato il suo migliore amico. Dopo oltre quattro lustri è stato dichiarato, dallo stesso Stato italiano, innocente e scarcerato. Una battaglia lunga, difficile e drammatica. Anni in cui è riuscito a sopravvivere annotando tutto su un quaderno a quadretti. Il suo personale faldone in cui ha riportato date d’istanze, atti, lettere a politici, ministri, capi di Stato (da Ciampi a Mattarella).
«Mi hanno risposto Sgarbi, Alessandra Mussolini e la buonanima di Valerio Onida, che mi ha dato indicazioni su come chiedere la revisione del processo», spiega lo stesso Massaro, protagonista di un docu-film, “Peso morto”, a cura dell’associazione Errori Giudiziari (errorigiudiziari.com) con la regia di Francesco Del Grosso. Sarà proiettato sabato, alle 17:30, a Palazzo Bice Piacentini (al Paese Alto) di San Benedetto del Tronto.

Il film racconta del suo ritorno alla vita. È riuscito a ricostruire la sua famiglia e a liberarsi «della puzza del carcere che gli altri mi sentono addosso». Ha ottenuto risarcimenti ma poche scuse.
E si porta ancora addosso il peso di questa enorme tragedia umana e giudiziaria.