Identità di partito, congresso, salari. Sono i punti affrontati dal coordinatore dei sindaci del Pd Matteo Ricci, intervenuto all’iniziativa “Energia Popolare per la rigenerazione urbana dei territori, il diritto alla casa e la mobilità sostenibile”, organizzata a Milano insieme a Pierfrancesco Maran e Cecilia Del Re e per “Stefano Bonaccini segretario”.
«Bonaccini ha capito prima di tutti che gli amministratori locali sono una grande risorsa dalla quale il Pd deve ripartire – ha detto Ricci – la nostra esperienza è fondamentale: negli ultimi anni la sinistra non ha mai vinto le elezioni politiche, ma spesso ha trionfato nelle amministrative. In cambio gli amministratori locali hanno ricevuto solo complimenti o pacche sulle spalle. Non basta più, questa volta alla politica ci vogliamo pensare anche noi». Ricci ha poi lanciato un appello ai democrat: «Dobbiamo impegnarci per far sì che questo sia un Congresso di ripartenza.
Abbiamo bisogno di una riflessione profonda, vera, identitaria del partito. Il tempo in politica non è una regola, ma un elemento strategico, quindi avrei preferito anticipare il Congresso per anticipare anche il momento della ripartenza. Così non è stato, stiamo alle regole: ora l’obiettivo è far funzionare il Congresso parlando dei temi che interessano agli italiani, e intorno a quelli ricostruire la nostra identità. Penso che Stefano abbia la forza e la capacità di cambiare le cose».
E ancora: «La novità degli ultimi anni è un elettorato fluido, quindi nulla è perduto. Dobbiamo ridefinire presto la nostra identità e diventare un partito solido, radicato, una forza politica che duri nel tempo e che sappia riprendere in mano la bandiera del riscatto sociale. La vera fase costituente? Va fatta dopo l’elezione di Bonaccini a segretario». Poi conclude sul tema dei salari: «Dobbiamo far diventare la proposta sul salario minimo una legge di iniziativa popolare. Questo governo l’ha derubricata dall’agenda politica. Dobbiamo essere la forza politica che si batte per dare un salario dignitoso a chi lavora in maniera precaria e sottopagata».