ANCONA – La piccola pesca è al giro di boa e gli operatori chiedono un aiuto concreto per continuare a lavorare: se da un lato questo è il sistema più sostenibile per procurarsi proteine animali rispettando l’ambiente e l’ecosistema marino, dall’altro i piccoli pescatori sono relegati in una nicchia, potendo contare solo sulle loro forze, con pochi pochissimi aiuti da parte dell’Europa. A dirlo sono i piccoli pescatori di Ancona che ogni giorno escono in mare alla ricerca dei prodotti più sostenibili. Tutt’altra storia rispetto alla pesca a strascico su cui, peraltro, l’unione europea ha posto un bando entro il 2030 nelle aree marine protette.
Mauro Bartoli, pescatore anconetano, commenta: “L’Europa si è accorta che la piccola pesca è meno impattante ma abolire la pesca a strascico è difficile perché tante specie non si prendono senza strascico. Tolti moscioli e lumachini, il pesce che soddisfa il mercato viene preso con lo strascico”.
Claudio Bernardini, presidente cooperativa piccola pesca, aggiunge: “Le nostre problematiche riguardano la burocrazia che pesa sulla categoria e ci sono altre problematiche legate al calo delle risorse e l’abusivismo di chi entra nel nostro mercato di vendita senza licenze”. Poi spiega ancora: “L’Europa vorrebbe parificare le condizioni dei pescatori in tutti i paesi ma ognuno ha le sue problematiche e spesso non è possibile”.