Dopo le 3 udienze al tribunale di Macerata, del processo a Filippo Ferlazzo, per l’omicidio di Alika, si procederà con altre testimonianze. Intanto due dei periti psichiatrici hanno dichiarato che Ferlazzo soffre di un disturbo borderline della personalità con tratti antisociali e narcisistici. La psicologa nominata dalla difesa, porta avanti le precedenti diagnosi di bipolarismo, ma tutti e 3 sono concordi con l’ipotesi che Ferlazzo non volesse uccidere Alika. La difesa punterà sulla non volontarietà dell’omicidio.
Poi c’è la parte lesa, rappresentata dalla moglie Charity, il figlio Emmanuel e i familiari ai quali è consentito il dono della pazienza. Ogni udienza sono presenti e composti in attesa che la legge faccia il suo corso, perché nonostante un risarcimento chiesto da prassi, che probabilmente non arriverà mai, pretendono solo giustizia.
L’Avvocato Francesco Mantella, legale della famiglia di Alika, sottolinea che Charity e la famiglia vogliono la giusta pena per il fatto commesso, non cercano vendetta, ma giustizia. Non è, per loro una storia a sfondo razziale, però vogliono che l’accaduto sia da monito per soggetti pericolosi e violenti che non possano tornare a delinquere e fare danno per se e per gli altri. La richiesta monetaria – prosegue l’Avvocato Mantella – è stata quantificata in un milione di euro, ma sono consapevoli che la condizione patrimoniale di Ferlazzo non è tale per cui difficilmente sarà dato un ristoro che sarebbe solo simbolico per la famiglia. Nessuno potrà ridare loro, soprattutto al figlio, ciò che gli è stato tolto.
La prossima udienza è stata fissata per il 24 maggio. Verrà ascoltato lo psichiatra di Salerno, assente in quest’ultima, che servirà alla legale di Ferlazzo per rafforzare la linea difensiva. Forse sarà la volta anche di Filippo, di sedere al banco degli imputati, ma al momento vige il più assoluto riserbo sull’ipotesi.
Intanto Roberta Bizzarri, la legale di Filippo Ferlazzo, rimarca che per la difesa non si è trattato di omicidio volontario.