Ancona – Nuovi ostacoli per gli sfollati del sisma: “Se capitasse ai politici, capirebbero”

ANCONA – Achille non raggiungerà mai la tartaruga, perchè tra i due ci sarà sempre una distanza divisibile all’infinito. Questo è il paradosso ed il paragone che lamentano gli sfollati del terremoto di Ancona del novembre scorso.

Gli esponenti del Comitato 707 sono tornati a protestare davanti al Comune perché sostengono che superato un ostacolo, ne trovano un altro, poi un altro, e così via, all’infinito. Con la differenza che non rincorrono la tartaruga, ma la voglia di giustizia per rientrare nelle loro abitazioni.

CARLO TERRACCIANO sfollato “Comitato 707”

“Districandoci in questa oscura tenebra della burocrazia, siamo venuti a capo di una certezza: che in questa burocrazia ci si può ingolfare per anni, anni ed anni se non si sta attenti e si segue quotidianamente l’evolversi della situazione. Intanto noi rimaniamo fuori di casa con tutti i disagi che ne conseguono”.

TIZIANA FIUMICELLI sfollata “Comitato 707”

“In Italia purtroppo la burocrazia è quello che è e noi siamo ancora fuori casa. Siamo veramente perplessi ed arrabbiati”.

L’11 aprile gli sfollati erano stati informati che con lo stato di emergenza era tutto risolto con primi contributi, primi interventi ed autonoma sistemazione. Gli era anche stato detto che gli spettava il superbonus.

In realtà, contributi e interventi dipendono dalla cosiddetta “intesa” che viaggia tra Comune, Regione, Protezione Civile, mentre per il 110% arrivano pessime notizie dopo essere stati riuniti dal sindaco Mancinelli: senza un decreto del Governo, niente 110%.

FRANCO DUBBINI sfollato “Comitato 707”

“Quando si a che fare con la democrazia, si diventa matti. Siamo stati ricevuti dalla sindaca la scorsa settimana che ci ha dato informazioni ed abbiamo capito che c’era una pratica in Regione che doveva essere accettata e rimandata allo Stato ed alla Protezione civile nazionale per avere almeno la prima distribuzione dei fondi stanziati l’11 aprile scorso. Dopo qualche giorno abbiamo saputo che questo è stato fatto, ma noi non sappiamo niente e siamo ancora appesi a queste decisioni e cosa si farà con questi primi milioni stanziati”.

Il Comitato 707 continua anche a ricevere rassicurazioni su quanto messo in discussione, ma gli sfollati sono stanchi delle parole e vogliono i fatti, indipendentemente da chi politicamente ha ragione o torto.

SERGIO TURCHI sfollato “Comitato 707”

“Dico una cosa grossa: vorrei che capitasse a loro quello che è successo a me, per vedere dove vanno a sbattere la testa. Probabilmente loro hanno altre possibilità che io non ho, esattamente come i miei colleghi (sfollati)”.

Insomma, gli sfollati sono tutti un po’ più scettici, più pessimisti, e meno sicuri di arrivare alla meta. Proprio come Achille con la tartaruga.