“Abbiamo fatto più di una riunione sull’A14 con Autostrade per l’Italia perché non si può morire per strada andando al lavoro o al mare con i figli, non si può stare perennemente in coda. Il ministro delle Infrastrutture è partito da Siena, poi è andato a Perugia, Terni, Ancona e Porto Sant’Elpidio. Voglio vedere i professionisti del nord che dicono che non servono nuove strade e nuove ferrovie. Io tiro dritto come un treno e si fa quello che si deve fare”. Dal palco di Ancona il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini annuncia il suo impegno per fronteggiare le stragi che di mese in mese si susseguono sull’A14, in particolare nel tratto a sud delle Marche.
Con l’Aspi c’è un ragionamento in atto in questo tratto interessato dai cantieri, sottolineando che “non si può morire per strada”.
Il vicepremier ricorda dunque gli incidenti mortali che troppo spesso si sono susseguiti su questa strada, in primis nel tratto interessato dai cantieri che va da Grottammare a Pedaso.
L’ultima vittima in ordine di tempo è Giulia Salvatori di 27 anni, nata a San Benedetto, e residente ad Altidona morta in un terribile schianto frontale con un camion al chilometro 301 il 5 maggio.
Ma è lungo, lunghissimo l’elenco delle vittime della strada interrotta da cambi di corsia e cantieri.
Ad inizio febbraio il governatore marchigiano Francesco Acquaroli insieme allo stesso Salvini si erano incontrati a Roma per avviare un tavolo volto a diminuire fisicamente l’impatto dei cantieri rimodulando le opere e a sensibilizzare sulla sicurezza stradale degli automobilisti.