Abruzzo – Riforma Cartabia, i giudici onorari: “Abrogatela, viola i diritti costituzionali”

Le problematiche riguardanti la magistratura onoraria vanno affrontate dall’attuale Governo Meloni. È una sorta di appello quello lanciato da un giudice onorario di Pescara, Sabrina De Simone, 53 anni, che da 22 anni svolge questo lavoro, ma da qualche mese è ferma. Ci spiega perché in un’intervista in cui mette in risalto le contraddizioni e le anomalie della riforma Cartabia.

“Tale normativa non determina una sistemazione giuridica ed economica dei magistrati “, precisa. “I magistrati onorari rimangono magistrati onorari e per tale motivo non si ha la possibilità di avere un inquadramento previdenziale assistenziale, con tutte le garanzie di una rapporto di lavoro pubblico. E’ opportuno dire, infatti,  perché ho letto e sento rappresentare la legge Cartabia come legge che ha assunto i magistrati onorari Onorari, ma in realtà i magistrati onorari non sono stati affatto assunti semplicemente perché non sono riconosciuti pubblici dipendenti, sono ancora onorari, autonomi e tale problematicità, cioè l’assenza di un inquadramento con l’assenza di previdenza assistenziale è stata anche evidenziata dallo stesso ministero nella circolare del 31 marzo 2023. Il ministero ha preso atto di questa deficienza della legge Cartabia e a tutela di coloro che hanno fatto la prova orale ha disposto loro un acconto di circa 2500 euro che però ad oggi non è stato ancora elargito o meglio è stato elargito sole esclusivamente a coloro che avevano già la partita stipendiale Noipa attiva, mentre gli altri che facevano fattura non sono stati pagati, ovvero il governo sembra che abbia emesso dei mandati di pagamento alle poste per importi decisamente superiori a 1000 euro. Sappiamo bene lo sbarramento dei 1000 euro”.


In sostanza si chiede l’abrogazione di tale riforma.

“Abbiamo chiesto al Sottosegretario alla Giustizia di emanare un decreto legge che possa sospendere immediatamente la Cartabia, rimettere in servizio tutti coloro che per impossibilità di rinunciare al pregresso non hanno potuto procedere, secondo questo percorso indicato dalla Cartabia. A Tal proposito io sono una di quelle che si è dovuta fermare perché dovete sapere che la legge Cartabia impone, a seguito della prova orale, la rinuncia al pregresso. Sono stata costretta, per difendere i miei diritti, a evidenziare, in sede di audizione, queste problematiche, quindi io ad oggi, dal 4 gennaio 2023, non posso più lavorare in virtù di un Dm, decreto ministeriale, che non ha base legislativa”, ha sottolineato Sabrina De Simone.