ANCONA – I destinatari della deroga al blocco delle cessioni, quelli inclusi nello stato di emergenza per il sisma, non riescono a cedere i crediti.
Purtroppo infatti, le banche spesso non li accettano. Al massimo al 75% o all’80% sul 110%.
Insomma, i terremotati sono costretti ad agire in ordine sparso, secondo il prontuario della guerra tra poveri, per cui chi è più abile, chi ha più tempo, chi è più fortunato, chi ha più conoscenze forse riesce meglio, e chi non ha tutto ciò riesce peggio o non riesce affatto.
Il governo, tra l’altro, ha impedito per decreto che le Regioni si facciano carico dei crediti.
Unica soluzione, fare intervenire le aziende partecipate o controllate dallo Stato.
FRANCO DUBBINI sfollato Comitato 707
“Non ci sono aziende che prendono in carico il recupero del credito. Per noi anticipare questi soldi è impossibile. Se non viene cambiato qualcosa, quella strada non è facilmente percorribile”.
TIZIANA FIUMICELLI sfollata Comitato 707
“Quello che noi desideriamo è avere questo benedetto 110% dove si può accedere a dei fondi senza però dover tirare fuori centinaia di migliaia di euro per sistemare casa”.
Insomma, le Regioni, i Comuni, le Province, se non il governo, potrebbero farsi tramite tra i destinatari della deroga al blocco delle cessioni e le partecipate, perché vengano offerte condizioni vantaggiose, e soprattutto uguali per tutti.
Gli sfollati chiedono a riguardo la volontà politica ed aspettano fiduciosi una risposta.
CARLO TERRACCIANO sfollato Comitato 707
“C’è il dubbio che le parole possano rimanere ferme nell’etere e che non si traducano in azioni concrete, mentre noi abbiamo bisogno di una soluzione con meno parole e più fatti. Ho prospettato la possibilità concreta di far sì che le aziende partecipate o controllate dallo Stato possano acquistare il 100% dei crediti. E’ una cosa possibile, non dispendiosa e con la quale alla fine ci guadagnerebbero tutti gli attori, compresi noi che siamo la parte più debole della filiera”.