Nelle Marche è stata avviata una sperimentazione di grande importanza sul ripopolamento della Cladocora caespitosa – la madrepora a cuscino – nel Conero. Questa specie rappresenta l’unica madrepora ermatipica autoctona della zona, e sebbene sia stata rilevata solo sporadicamente lungo la Riviera del Conero, possiede un potenziale significativo come bio-costruttore in grado di formare colonie calcaree e promuovere la rigenerazione della biodiversità marina.
La sperimentazione è stata avviata dal gruppo di biologia marina del Disva (Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente) presso l’Università politecnica delle Marche. Secondo l’Ente Parco, questa specie è fortemente influenzata dagli effetti dei cambiamenti climatici e dall’eutrofizzazione dei sedimenti causata dalle attività umane. Il declino della Cladocora caespitosa ha portato alla sua inclusione nella Lista Rossa IUCN delle specie a rischio di estinzione.
L’attività sperimentale, condotta all’interno del Progetto del Centro Nazionale Biodiversità, è stata avviata nell’area antistante la falesia di Numana al confine con Sirolo, entrambe località situate nella provincia di Ancona, ad una profondità di circa 6 metri. Il progetto è diretto dal professor Roberto Danovaro e sviluppato dal dottor Pierfrancesco Cardinale, con la collaborazione del Parco del Conero (con il direttore Marco Zannini e Filippo Invernizzi del Servizio tecnico del Parco) e del Diving seaWolf.
L’obiettivo di questa iniziativa è promuovere la conservazione e il miglioramento degli habitat marini all’interno della Rete Natura 2000, di cui il Parco del Conero è l’ente gestore per i Sic (Siti di Importanza Comunitaria) della zona del Conero. La sperimentazione si pone come un passo importante per preservare la Cladocora caespitosa e contribuire alla ripopolazione di questa specie minacciata.
Questa iniziativa dimostra l’impegno delle istituzioni e degli esperti nel tutelare la biodiversità marina e promuovere strategie di conservazione e ripopolamento degli habitat naturali. La Cladocora caespitosa svolge un ruolo cruciale nell’ecosistema marino, e il successo di questa sperimentazione potrebbe rappresentare un importante passo avanti nella protezione delle specie a rischio di estinzione e nella promozione della biodiversità marina nella regione delle Marche.