Una donna scomparsa da Servigliano e una giovane trovata cadavere seminuda lungo la battigia di Porto Sant’Elpidio. Le forze dell’ordine fermane sono concentrati questi due gialli. In particolare i carabinieri della compagnia di Montegiorgio indagano sull’allontanamento di Milena Ercoli (foto incsi): della 51enne si sono perse le tracce la mattina del 25 agosto. La donna, residente a Piane di Falerone, viveva con il compagno a Servigliano. Venerdì scorso alle 7.30 circa, è salita sull’auto dell’uomo che è stata poi ritrovata nel parcheggio dell’ospedale di Montegiorgio. Quando il fidanzato non l’ha vista rientrare a pranzo ha lanciato l’allarme e sono scattate le ricerche.
Il telefono era irrangiungibile e il suo telefonino è stato ritrovato spento da una ragazza nella cassetta delle poste della sua abitazione di Osimo e lo aveva acceso augurandosi che, chi l’avesse smarrito, si facesse vivo. Un episodio che ha preoccupato ancor di più i familiari di Milena, in particolare il fratello Adamo che su Facebook ha pubblicato la foto della donna e un appello a chiunque la vedesse di avvisare le forze dell’ordine. Al momento nessuna novità e la situazione diventa sempre più angosciante ogni ora che passa.
Il cellulare è stato posto sotto sequestro e i militari dell’Arma sono in attesa dell’autorizzazione del magistrato per risalire ai tabulati telefonici. E’ proprio dal telefonino che potrebbero arrivare la prime risposte sulla scomparsa della 51enne: la pista principale al momento sarebbe quella dell’allontanamento volontario, ma si cerca di fare chiarezza per escludere un atto violento.
Così com’è ancora mistero sul ritrovamento del cadavere seminudo di una giovane moldava di 33 anni, sulla spiaggia di Porto SantElpidio. In attesa che il magistrato disponga l’eventuale autopsia per avere conferma della morte per annegamento la Squadra Mobile di Fermo ha ascoltato alcune persone che avevano visto la ragazza nelle ultime ore di vita. Tra questi anche un giovane noto alle forze dell’ordine per precedenti di spaccio nella zona del cosiddetto “Ferro di cavallo”.