Giacometti: “Covid, la quinta dose copre le varianti”

ANCONA – Negli ultimi giorni si è registrato un aumento dei casi covid in tutto il territorio nazionale, ma la virosi che colpisce principalmente fragili ed over 80, non preoccupa più come un tempo.

“Nelle Marche – afferma il primario di malattie infettive dell’ospedale di Ancona, Andrea Giacometti – c’è questo trend in aumento come d’altra parte in tutto il resto d’Italia, ma nel reparto malattie infettive si registrano zero casi. Abbiamo passato l’estate con uno o due pazienti con tampone positivo più che altro. Attualmente abbiamo raggiunto un livello di zero perché cinque pazienti che erano postivi nelle settimane scorse, si sono negativizzati con le cure e quindi stranamente, in maniera inattesa, a Torrette le cose non vanno così male”.

L’infettivologo guarda insomma con tranquillità in prospettiva e spiega le differenze tra la campagna vaccinale che tre anni fa aveva messo in apprensione un po’ tutti, e quella che scatterà il prossimo 12 ottobre, il cui richiamo prevede una dose di vaccino con valenza 12 mesi.

“Bisogna fare la quinta dose – precisa il dottor Giacometti – perché la quarta ormai è saltata. Anche cercandola, i pazienti non troveranno il vaccino vecchio che copriva Omicron, o Delta o Gamma. Si fa il vaccino nuovo che è quello sulla variante e non importa se sulla persona singola sia la terza, la quarta o la quinta dose”.

Nel frattempo sono arrivati in queste ore i vaccini mRNA Pfizer, aggiornati alle nuove varianti.

“E’ aggiornato – conclude il professor Giacometti – perché i vaccini precedenti erano quelli che usavano il ceppo originale cinese che ormai non esiste più. Adesso il nuovo vaccino è monovalente XBB, ossia quella variante che si è diffusa parecchio negli Stati Uniti. Le varianti attuali, sono tutte figlie di XBB ed il vaccino nuovo le copre ed è efficace anche contro queste varianti. I vecchi vaccini, lo sarebbero di meno”.

Nella fase di avvio della nuova vaccinazione, verranno privilegiati over 80, ospiti e personale delle lungodegenze, e soggetti con elevate fragilità. La somministrazione, ovviamente attraverso iniezione, potrà avvenire a distanza di almeno 3 mesi dall’ultimo evento (ultima dose o ultima infezione diagnosticata).