Nelle scorse ore Shiva è diventato padre e da dietro alle sbarre il famoso trapper ha scritto una toccante lettera per suo figlio. “Oggi è il giorno più bello della mia vita, ma allo stesso tempo il più triste. È nato mio figlio, ma non mi è stato permesso essere presente al momento della sua nascita”, così si legge nell’attacco della resa pubblica dal suo staff, che l’ha condivisa sui social media del musicista.
Gli avvocati di Shiva ne avevano chiesto la scarcerazione e, in subordine, i domiciliari, ma il giudice del Riesame di Ancona non ha accolto le loro ragioni. Il figlio di Shiva è nato quindi senza la presenza del padre, rimasto in cella a San Vittore. Cosa che sui social ha scatenato diverse reazioni e messaggi di solidarietà anche da parte di diversi colleghi con l’hashtag #freeshiva.
Il 24enne Andrea Arrigoni, conosciuto nella scena musicale come Shiva, è sottoposto a misura cautelare perché accusato di aver partecipato ad una violenta rissa a San Benedetto dove si trovava lo scorso 30 agosto per un concerto. Una lite scoppiata in pieno centro, per futili motivi, tra il gruppo di Shiva e tre ragazzi del posto incontrati in strada e degenerata: dalla ricostruzione degli inquirenti era stato utilizzato un coltello ed erano state causate a tre giovani del posto lesioni personali guaribili tra i 10 e i 35 giorni.
Sul trapper milanese pesa un’accusa ancora più pesante: quella di tentato omicidio per una sparatoria avvenuta lo scorso luglio davanti alla sua casa discografica ed è ritenuto responsabile di aver tirato fuori la lama per colpire più volte un soggetto estraneo alla rissa, avvenuta non distante dalla stazione di San Benedetto.
Con l’artista sono indagate altre quattro persone facenti parte del suo entourage. Le attività di indagine, dirette dalla Procura di Ascoli Piceno, sono state sviluppate dal Commissariato di Polizia di San Benedetto attraverso l’esame delle immagini di sistemi di videosorveglianza, subito acquisite, ascolto di numerose persone e acquisizioni documentali e controlli in relazione alla identificazione, presenza e spostamenti delle cinque persone provenienti dalla Lombardia e poi arrestate. Sul piano medico legale la Medicina legale dell’Azienda sanitaria territoriale (Ast) di Ascoli Piceno ha eseguito tutti i necessari approfondimenti delegati dalla Procura.