Potrebbe essere di natura economica il movente del delitto di Montecassiano, ma la Procura di Macerata non esclude nessuna pista. Di certo il procuratore capo Giovanni Giorgio il presunto indumento lasciato dal misterioso rapinatore che i familiari sostengono sia entrato la sera del 24 dicembre scorso, non sia mai stato mostrato agli investigatori nel corso delle ispezioni. Quanto invece alla scena del crimine che secondo la difesa è stata “compromessa”, si precisa che tutto è stato svolto in maniera scrupolosa e nel rispetto delle procedure. Le foto dell’effrazione alla porta-finestra dimostrerebbero secondo gli avvocati Andrea Netti e Paolo Morena l’accesso del rapinatore che avrebbe ucciso l’anziana, legato la figlia Arianna e chiuso in bagno il marito Orazio. Il tutto prima che il nipote Enea rientrasse dal supermercato lanciando l’allarme. Versione che non convince fino in fondo la magistratura che ha iscritto tutti e tre nel registro degli indagati a vario titolo per la morte di Rosina. La donna, va ricordato, qualche giorno prima si era rivolta ad un centro antiviolenza per forti disagi che avvertiva in famiglia. Ma a tal riguardo quest’oggi a Vera Mattina ha parlato l’avvocato Netti, evidenziando come nella vita della 78enne erano entrate da poco tempo delle persone, che gli stessi legali stanno cercando di identificare e che potrebbero aver raggirato l’anziana. Rosina aveva dunque effettuato spese e venduto beni personali. Ma a chi servivano quei soldi? Ad alcuni vicini e amici la donna aveva confidato che i suoi familiari le avevano tolto anche l’auto. Ma anche a questo l’avvocato Netti ha dato una giustificazione.
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