Di promesse, in questi anni, ne sono state fatte tante, ma di opere concrete, francamente, se ne sono viste poche. I borghi terremotati delle Marche, soprattutto quelli dell’entroterra, stanno vivendo ancora una situazione drammatica, con la ricostruzione che stenta a decollare e la burocrazia che tiene in ostaggio le pratiche presentate sia dagli enti pubblici che dai privati. Ma dopo quattro anni e mezzo dalla prima forte scossa, quella dell’agosto 2016, cui seguì quella terribile di fine ottobre, poco è cambiato. Tante famiglie vivono ancora nelle casette e nei Mapre, ovvero i moduli prefabbricati rurali emergenziali, attendendo di tornare il prima possibile nelle proprie abitazioni. E’ il caso, ad esempio, di Lorenzo Monsignore, che con la sua famiglia non vede l’ora di rientrare a casa. Chissà che il nuovo anno, appena arrivato, non possa finalmente portare buone notizie per la popolazione colpita dal terremoto, che ormai è davvero troppo stanca di aspettare.
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